​Lo sfruttamento della prostituzione emerso dall’operazione ‘Twilight’: i dettagli in una intercettazione

L’indagato, A.S. oltre a reperire le abitazioni dove esercitare la professione, supportava logisticamente le prostitute, soddisfacendo le loro più svariate richieste. Gli inquirenti hanno espletato anche servizi di osservazione ed effettuato riprese fotografiche

Nell’Operazione denominata «Twilight» è emerso anche l'interessamento del gruppo criminale nello sfruttamento della prostituzione. Dalle intercettazioni svolte sulle utenze telefoniche utilizzate da Maurizio Persano emerge anche la sua “attenzione” al settore illecito, insieme a A. S. e G. T.
  
Tutti i componenti del sodalizio gestiscono, con modalità imprenditoriali e notevole efficienza operativa, le diverse fasi: il reclutamento in altre zone del territorio nazionale, l’arrivo a Lecce di prostitute o transessuali, la sistemazione in alloggi, l’inserimento nel giro della prostituzione, il mantenimento e avvicendamento delle “ragazze”, la pubblicizzazione dell’esercizio del meretricio, anche attraverso l’inserzione su siti internet.
  
Gli inquirenti hanno espletato anche servizi di osservazione nei confronti degli indagati e nella circostanza sono state effettuate riprese fotografiche che documentano l’arrivo o la partenza delle prostitute presso la stazione ferroviaria di Lecce ed il loro accompagnamento nelle abitazioni dove, dovevano svolgere l’attività.
  
Il 21 aprile del 2011, nel primo pomeriggio, si susseguono alcuni sms tra A.S. ed una persona non identificata, dai quali è evidente l’attività illecita posta in essere dallo stesso. Col primo messaggio A.S. chiede: “Ciao sn …posso venire oggi?” e, alla domanda dello sconosciuto: “per cosa”, esplicitamente risponde: “soldi”, esternando la propria intenzione di recarsi dal suddetto per riscuotere denaro. Infatti, alle ore 18:07 della medesima giornata, lo sconosciuto chiama A.S.dicendogli che si sarebbe potuto recare da lui, ma questi gli riferisce di trovarsi in quel momento a Torre dell’Orso. L’interlocutore, in seguito, gli chiede se fosse stato in grado di procurargli schede telefoniche e dove, eventualmente, avrebbe potuto effettuare personalmente delle ricariche. In tale frangente, mentre A.S. cerca di dargli delle indicazioni, si sente lo sconosciuto ricevere una chiamata su un’altra utenza telefonica cui risponde: “pronto?  A Merine..incomprensibile… perciò molto disponibile più anche passiva ..incomprensibile… si può fare di tutto ..incomprensibile… ricevo per appuntamento … e la tariffa …  la mia tariffa minima parte da cento… dipende da quello che vuoi fare, ok amore .. a Merine, a Merine fuori Lecce … ehi amore ..incomprensibile… chiamare ciao.” Parole che confermano la reale attività di prostituta da parte dello sconosciuto.
  
Riprendendo la conversazione, A.S. dapprima gli fornisce ulteriori dettagli su luoghi ed orari per effettuare le ricariche in argomento ma, poi, si assume l’onere di effettuarle personalmente. Appare evidente, in tal modo, che l'indagato, oltre a reperire le abitazioni ove esercitare “la professione”, supportava logisticamente le prostitute, soddisfacendo le loro più svariate richieste.