‘Abbiamo un lavoro per te come badante’ e invece la fanno prostituire per 20euro. Arrestati marito e moglie rumeni

Vasile Ursaciuc e Maria Nicoleta Ferrari, marito e moglie rumeni, sono finiti in carcere per aver ridotto in schiavitù una loro connazionale riempiendo di botte e minacciando di morte una connazionale per costringerla a prostituirsi.

Le avevano garantito un lavoro come badante e uno stipendio di mille euro per assistere una persona anziana, ma appena giunta in Puglia dalla Romania, la giovane ha dovuto scontrarsi con una realtà ben diversa. Tutte le promesse che le erano state fatte si sono infrante quando è stata obbligata a vendere il suo corpo per appena 20 euro. Per questo per Vasile  Ursaciuc, 44enne e Maria Nicoleta Ferrari, 40enne accusati di aver ridotto in schiavitù la loro connazionale si sono aperte, ieri sera tardi, le porte del carcere. I due, marito e moglie, per costringere la donna a prostituirsi non hanno esitato a riempirla di botte e a minacciarla di morte. Intimidazioni che hanno rivolto anche alla figlia della malcapitata, ospite di un orfanotrofio in Romania. Per evitare che fuggisse, le avevano persino sottratto la carta d’identità.
  
Arrivata a Bari, la giovane era stata ospitata in un appartamento fatiscente dove viveva la coppia, insieme al figlio e forzata ad esercitare il mestiere più antico del mondo contro la sua volontà sia nel capoluogo che a Taranto. Il ricavato delle prestazioni sessuali doveva essere consegnato interamente nelle mani dei suoi aguzzini che “per generosità” la ricompensavano di appena cinque euro, somma che le doveva servire per procurarsi il cibo. Questo fino al 27 ottobre 2015 quando la donna è riuscita a raggiungere la Questura di Taranto dove ha raccontato ai poliziotti l’inferno vissuto: con minuzia di particolari ha descritto i luoghi dove veniva accompagnata, i clienti scelti dai suoi “procacciatori d’affari”, che le fornivano anche profilattici e medicinali anticoncezionali per bloccarle il flusso mestruale, e il ricavato giornaliero di circa 400 euro al giorno che, come detto, consegnava alla coppia.
  
Ha confidato agli agenti che, a luglio 2015, i suoi sequestratori avevano deciso di trasferirsi a Gallipoli, ma lei era riuscita a fuggire e per tre giorni aveva dormito per strada. Sembrava finalmente essere riuscita a sottrarsi alla schiavitù, ma è stata raggiunta, picchiata e condotta nella Città Bella, dove è stata ancora una volta costretta a prostituirsi in uno sgabuzzino di un locale commerciale. Ma non è finita qui, per tutta l’estate, la donna con un bus doveva recarsi a Taranto e tornare “a casa”, dove continuava a offrire sesso a pagamento. Tutte le sere fino a settembre, quando la famiglia era tornata a Bari.
  
La denuncia presentata, tuttavia, aveva consentito l’apertura di un’attività d’indagine svolta dalla Squadra mobile di Bari che aveva acquisito una serie di prove utili a inchiodare la famiglia. Così, il GIP del Tribunale di Bari, il dottor Sergio Di Paola  ha emesso il 18 luglio un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere,  nei confronti di Ursaciuc e Ferari che nel frattempo si erano resi irreperibili. Grazie alle ricerche dal personale del Commissariato di Gallipoli, la coppia è stata individuata e nella tarda serata di ieri, il personale del Commissariato di Gallipoli ha eseguito l’ordinanza.



In questo articolo: