Agguato al capo clan barese nel 2012: anche un leccese tra gli arrestati

C’è anche un leccese tra i destinatari del provvedimento di custodia cautelare in carcere – emesso dal GIP di Bari – con l’accusa di tentato omicidio di una persona ritenuta capo di un clan barese. L’indagine è partita da una richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Ben tre persone ritenute responsabili a vario titolo di aver tentato, il 22 agosto del 2012, di uccidere Giuseppe Mercante, capo dell'omonimo sodalizio criminale. Per tale motivo, dalle prime luci dell’alba odierna, gli agenti della Polizia di Stato stanno dando esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti degli indagati. Tra questi, anche un salentino, residente a Lecce. Gli altri, invece, a Bari e Rutigliano. Costoro – secondo le accuse – sarebbero vicini al clan denominato “Telegrafo”. Ulteriori dettagli sulla vicenda verranno resi noti al termine di una conferenza stampa in programma stamattina presso gli uffici della Questura del capoluogo barese.

I fatti risalgono all’estate di quattro anni fa. Ci fu un agguato in via Domenico Nicolai, situato al quartiere Libertà. Il 50enne, Giuseppe Mercante (detto 'Pinuccio u' drogat', in dialetto barese) venne stato ferito fuori da una pescheria. Sarebbe stato raggiunto da tre colpi di pistola, uno dei quali al torace;  dopodiché avvenne l’ad intervento chirurgico al policlinico di Bari.

Stando alle primissime ricostruzioni di allora, a tendere l'agguato pare siano state due persone a bordo di una motocicletta. Alcuni testimoni, inoltre, notarono pure la presenza di un'automobile marciare in controsenso nei pressi del luogo dove accadde la sparatoria.

Un dettaglio. Nello scorso 2001, i militari della Guardia di Finanza sgominarono un’organizzazione dedita all’usura, arrestando cinque persone. Tra queste, figurava anche quella di Giuseppe Mercante. Mercante in passato aveva scontato una condanna di oltre due anni per associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di sigarette.



In questo articolo: