Ancora migranti in Salento, in 297 sono giunti nel porto di Brindisi

Arrivati stamane nel porto interno del capoluogo messapico quasi trecento profughi di origine sub-sahariana. 200 uomini e 97 donne che non resteranno in Puglia. I richiedenti asilo saranno quanto prima smistati in altre regioni.

È stato l’incrociatore tedesco "Karl Shure" a condurre sui moli interni del porto di Brindisi quasi trecento migranti provenienti, tutti, dalla fascia subsahariana del continente africano.
  
Duecento uomini e 97 donne sottoposti, sin da subito, a regolari controlli e profilassi sanitaria prima di essere accompagnati all’interno dei capannoni dell’area di Sant’Apollinare.
 
Una scena che non è sfuggita ai brindisini che hanno seguito le operazioni dalla sponda opposta con non poco "sconcerto" riscontrabile, sin da subito, tra i commenti e i brusii vari, non tanto per il fatto in sé di aver dato accoglienza a chi, magari, ne ha davvero bisogno, quanto perché non è il primo episodio di sbarco o, comunque, di flusso migratorio in Salento e sono in molti a chiedersi fin quando andrà avanti questa situazione in ragione, soprattutto, alla luce del particolare momento di difficoltà economica e sociale che sta attraversando l’Italia.
 
I migranti non resteranno, comunque, tutti in Puglia: dal Ministero dell’Interno fanno, infatti, sapere che i richiedenti asilo saranno quanto prima smistati nelle regioni previste, ovvero la Campania, dove ne saranno destinati cento, altri 97 saranno suddivisi tra Liguria e Lazio, mentre cento continueranno a permanere sul nostro territorio.
 
Il problema, in ogni caso, resta. In modo particolare perché ci si avvia, ormai, verso la stagione estiva e, questi episodi, rischiano di minare seriamente l’economia salentina che, come è noto, si basa principalmente sul turismo e, in questo senso, le ripercussioni potrebbero essere di non poco conto.
  
di Luca Nigro



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