Appello della Procura su Luciano Coluccia, il Riesame conferma l’associazione mafiosa

Invece, nei mesi scorsi, la Cassazione aveva detto no alla grave imputazione per il 68enne di Noha, in mancanza dei gravi indizi di colpevolezza.

Il Riesame conferma l’accusa di associazione mafiosa per Luciano Coluccia, già condannato nell’inchiesta “Off Side” sulle frodi sportive.

Nelle scorse ore, il collegio (Presidente Pia Verderosa), al termine della discussione in aula, ha accolto l’Appello del Procuratore Aggiunto Guglielmo Cataldi, presentato dopo l’annullamento con rinvio della Cassazione.

Gli “ermellini”avevano detto no alla grave imputazione per il 68enne di Noha, in mancanza dei gravi indizi di colpevolezza, condividendo l’istanza degli avvocati Carlo Martina e Luigi Greco. Il Riesame, però, ha ribadito l’accusa sulla scorta della sentenza del gup Alcide Maritati che ha inflitto 9 anni e 6 mesi a Luciano Coluccia per associazione mafiosa e violazione della legge sulla lealtà nelle competizioni sportive (9 anni per il figlio Pasquale Danilo).

Adesso, in attesa delle motivazioni della sentenza nel termine di 45 giorni, la difesa dovrebbe proporre un nuovo ricorso in Cassazione. Anche perché ieri, ha potuto discutere solo un difensore, poiché l’avvocato Greco non ha ricevuto l’avviso di fissazione dell’udienza, a causa di un disguido relativo alla ricezione della mail. Dunque, ci sarebbe un altro motivo, secondo la difesa, per chiedere l’annullamento del provvedimento.

Gli arresti

Nel maggio scorso, il gip Giovanni Gallo nell’ambito dell’inchiesta Off Side, aveva emesso due ordinanze di custodia cautelare ( sette gli indagati a piede libero) di cui una in carcere, a carico di Pasquale Danilo Coluccia, 37 anni di Galatina e l’altra agli arresti domiciliari, nei confronti di Luciano Coluccia, 68enne di Noha (solo per frode sportiva). I giudici del Riesame, però, avevano accolto l’Appello della Procura e “ripristinato” l’accusa di mafiosità.

L’8 ottobre scorso, era poi arrivata, come detto in precedenza la sentenza del giudice, al termine del rito abbreviato.

L’inchiesta

I due Coluccia, secondo il pm Roberta Licci, avevano dato vita a una sorta di vero e proprio “welfare parallelo” occupandosi, su richiesta e previa percentuale, di riscuotere i crediti altrui e recuperare beni oggetto di furto. Inoltre avevano acquisito il controllo della squadra di calcio locale, facendo sì, che nel Campionato 2015/2016, questa ottenesse il salto di categoria dal Torneo di Promozione a quello di Eccellenza. Alterando il risultati della competizione, però.

Il controllo sulla compagine calcistica

Un’attività controllata dall’associazione criminale era la squadra di calcio «A.S.D. Pro Italia Galatina», con annesso stadio comunale «G.Specchia». L’esito dell’indagine ha messo in evidenza una “costante e pressante richiesta di somme di denaro” a commercianti e imprenditori di Galatina e dei comuni limitrofi a titolo di «sponsorizzazione» per la compagine calcistica.



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