Tentata estorsione ed usura ad un imprenditore? “Cadono” le accuse al termine del processo

Il collegio della seconda sezione ha emesso la condanna, ma soltanto per l’ipotesi di reato di “esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone”.  I giudici hanno così accolto le “ragioni” dei difensori di tre imputati.

Erano accusati di aver “taglieggiato” un imprenditore, ma le accuse sono “cadute” al termine del processo per i tre imputati.

Il collegio della seconda sezione penale ha emesso la condanna, ma soltanto per l’ipotesi di reato di “esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone”.

Le pene

I giudici hanno così inflitto: 8 mesi a Massimiliano Marzano, 43enne di Nardò; 6 mesi a Tommaso Bolognese, 47 anni di Sannicola e Ivan Dell’Anna, 32enne di Copertino, disponendo la sospensione della pena e la non menzione della condanna. In precedenza, il pm ha invocato pesanti condanne che oscillavano tra i sei ed i sette anni di reclusione. Le accuse erano pesanti: usura, tentata estorsione e tentata rapina. Il collegio ha dunque accolto la tesi difensiva degli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna e del legale Alessandro De Matteis che hanno smontato l’impianto accusatorio. L’imprenditore si era invece costituito parte civile con l’avvocato Maria Paola Scorrano. In suo favore, è stata disposta una provvisionale di 3.000 euro ( a carico di Marzano) ed il risarcimento del danno in separata sede.

Le accuse

I fatti risalgono al periodo compreso tra gennaio del 2011 e marzo del 2013. Secondo l’accusa, nell’ambito di un operazione finanziaria rientrante nella categoria “crediti personali”, gli imputati si sarebbero fatti dare dall’imprenditore, somme di denaro (tra i 700 ed i 1.500 euro) con “interessi usurari”, in diverse tranches. Non solo, poiché secondo la Procura, avrebbero messo in atto violente minacce nei confronti dell’imprenditore e della sua famiglia.

In un’occasione Marzano e Dell’Anna si sarebbero recati dall’uomo dicendogli di restituire le somme e mostrandogli anche una pistola. Un’altra volta, il solo Marzano avrebbe contattato la moglie dell’imprenditore intimandogli di parlare con il marito per consegnare il denaro, dicendole  ”  o mi chiama o faccio di testa mia”.



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