Assolto Antonio Maggio, il cantante salentino era stato accusato di calunnia

Antonio Maggio è stato assolto dal Gup Antonia Martalò nel processo celebratosi in abbreviato. Il 28enne di Squinzano, difeso dall’avvocato Giuseppe Bonsegna era stato rinviato a giudizio, insieme ad altre due persone, in seguito alla denuncia dell’organizzatore di eventi Mauro.

Era finito sotto processo, insieme ad altre due persone, con l'accusa di "calunnia in concorso" ma adesso Antonio Maggio, vincitore del festival di Sanremo giovani 2013, è stato assolto con formula piena dal Gup Antonia Martalò, nel processo odierno celebratosi in abbreviato. Il 28enne di Squinzano, difeso dall'avvocato Giuseppe Bonsegna; la 37enne di Tuglie, Daniela Cataldi, difensore Lanfranco Leo e Raffaella Roccasecca, 29, di Lecce, difesa dall'avvocato Rocco Vincenti  erano stati rinviati a giudizio in seguito alla denuncia dell'organizzatore di eventi e spettacoli musicali Salvatore Mauro. Quest'ultimo, assistito dall’avvocato Luigi Covella, si è costituito parte civile chiedendo anche un risarcimento danni quantificato in 60 mila euro, per il danno d’immagine e per quello morale, relativo al processo a cui fu a suo tempo sottoposto.

Infatti, il 31enne di Taviano Salvatore Mauro che è anche un agente di giovani talenti finì sotto processo con le accuse di truffa, minaccia e diffamazione, nei confronti proprio dei tre odierni imputati. Daniela Cataldi e Raffaella Roccasecca facenti parte del gruppo musicale “Il Peccato di Eva”, contestavano a Mauro di non aver rispettato alcune obbligazioni contrattuali assunte dalla band e di essersi appropriato di somme che dovevano essere percepite dalle cantanti. Anche Antonio Maggio presentò una separata denuncia, accusando Mauro di non aver percepito determinate somme che gli sarebbero spettate e di averlo persino minacciato. Salvatore Mauro fu però assolto da tutte queste pesanti accuse il 28 gennaio di due anni fa, nel processo in abbreviato dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Casarano Natascia Mazzone. Decise quindi di sporgere a sua volta denuncia, contro Maggio, Cataldi e Roccasecca i quali, dopo essere stati rinviati a giudizio, finirono sotto processo su richiesta del sostituto procuratore Emilio Arnesano.

Nell'udienza odierna, dinanzi al Gup Martalò, invece, il Pm Carmen Ruggiero ha chiesto l'assoluzione "perché il fatto non sussiste" per tutti gli imputati. L'avvocato Giuseppe Bonsegna, difensore di Antonio Maggio, nella sua arringa difensiva ha sottolineato "l'assenza di elementi oggettivi e soggettivi a supporto della tesi accusatoria", chiedendo anche la condanna del querelante e il pagamento delle spese processuali. Anche Rocco Vincenti, legale della Roccasecca aveva avanzato questa richiesta, chiedendo anche il risarcimento di 30.000 euro.

La tesi difensiva era avvalorata anche dall'informativa prodotta dal tenente colonnello della sezione di polizia giudiziaria Antonio Massaro che ha condotto le indagini. Quest'ultimo nella relazione ha specificato che “le varie vicende oggetto di disamina si sono andate via via svuotando di contenuti concreti… Principalmente si tratta di conflitti caratteriali che hanno condotto le frizioni tra Daniela Cataldi e Salvatore Mauro a divenire fratture insanabili con conseguente perdita della reciproca fiducia…Analoghi discorsi possono farsi in merito ai fatti autonomamente denunciati da Antonio Maggio”. “Nessun contratto di agenzia”, annota il colonnello, “è stato stipulato tra il cantante e Salvatore Mauro pertanto non siamo in presenza di obblighi formali tra i due soggetti”.

Nelle stesse carte dell’informativa il colonnello scriveva: “L’indebito utilizzo dell’immagine di Antonio Maggio è verosimile. In merito alle varie serate fasulle promesse da Salvatore Mauro ad Antonio Maggio anche qui ci sono riscontri".



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