Cadavere ritrovato nel pozzo. I resti sono di Ivan Regoli

I familiari lo hanno riconosciuto dagli indumenti, ora si attende l’esame del dna per accertare la cosa. C’è¨ una svolta nelle indagini della scoperta fatta ieri

Ieri la macabra scoperta che ha lasciato un’intera comunità di stucco. In un pozzo nelle campagne di Matino, il ritrovamento del corpo. Poi la conferma di quello che si temeva e che ormai tutti avevano ampiamente preventivato. I resti ritrovati nella cisterna sono appartenenti ad Ivan Regoli, il 30enne di Matino scomparso nel settembre 2011 e di cui non si avevano più notizie da allora.

I familiari hanno riconosciuto maglietta e bermuda, ora si attende l’esame del dna, ma la verità sembra essere uscita ampiamente a galla. Sulla scomparsa del giovane c’era un fascicolo aperto in Procura per omicidio volontario e c’è anche un indagato. Si tratta di Antonio Coltura, 41enne, anche lui di Matino, con alle spalle precedenti penali per droga. Il terreno in cui sono stati ritrovati i resti del cadavere, fino a qualche mese fa, era appartenente alla sorella del sospettato e questo sembrerebbe chiudere il cerchio sul misterioso antefatto.

“Sì, la riconosco quella è la maglietta che regalai ad Ivan”, sono queste le parole pronunciate dalla ex moglie della vittima che, insieme alla madre Antonia Rizzo ed al fratello, sono stati i primi a testimoniare che effettivamente si trattasse del loro Ivan. La madre fu l’ultima a vedere il giovane uscire da casa, alle ore 18, dopo essersi fatto la doccia. Per la scomparsa del ragazzo la Procura di Lecce aprì un’inchiesta per omicidio e occultamento di cadavere, affidata al procuratore aggiunto Antonio De Donno.  

Con il macabro ritrovamento di ieri, quindi, il giallo potrebbe essere a un punto di svolta. Le indagini per accertare se i resti umani appartengano a Ivan Regoli e per capire la successiva causa del decesso necessiteranno di altro tempo. Dall’ispezione cadaverica esterna eseguita dal medico legale Alberto Tortorella non sarebbe stato evidenziato nulla che possa far capire le modalità della morte. Il fatto che non siano state trovate le scarpe della vittima avvalorerebbe, per gli investigatori, il sospetto di una morte violenta. Il pozzo è stato posto sotto sequestro insieme al terreno presente nella stessa area.