Caso Ivan Regoli. La madre torna ad invocare giustizia

Sembra come svanito nel nulla, Ivan Regoli scomparso in circostanze misteriose il 12 settembre del 2011. Ma Antonia Rizzo, madre del giovane salentino, non si arrende e lancia un appello «non archiviate le indagini»

Di Ivan Giorgio Regoli, 29enne di Matino non si hanno più notizie dal 12 settembre del 2011. Nulla lasciava presagire che quel caldo pomeriggio di fine estate si sarebbe trasformato in un incubo per una madre che da quel giorno non ha mai smesso di cercare la verità. I genitori del ragazzo, dopo aver  presentato regolare denuncia presso i carabinieri di Casarano, si sono rivolti anche alla nota trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto” nel disperato tentativo di ricevere qualunque informazione o particolare utile al suo ritrovamento. Sono trascorsi i giorni, poi i mesi e gli anni e di quel giovane dai capelli neri, alto poco più di un metro e settanta è calato il silenzio mente si faceva sempre più pesante l’ombra della tragedia. Da allora si brancola nel buio: tante sono state le piste vagliate, le persone ascoltate, gli appelli lanciati soprattutto da parte di Antonia Rizzo che non si è mai arresa, neppure di fronte all’indifferenza. La donna, che già lo scorso settembre aveva affisso all'ingresso di Matino un maxi-poster con il volto del figlio e una dedica dal sapore di monito verso il suo piccolo paese, «reo» di averla lasciata sola nella sua battaglia, ora torna ad invocare giustizia con un manifesto davanti al luogo dove Ivan ha trascorsi le sue ultime ore prima di sparire nel nulla. L’ennesimo, disperato, appello per conoscere la verità. Accanto ai due primi piani di Ivan, come se fosse lo stesso giovane a chiederlo, capeggia la scritta «…qualcuno mi farà luce, restituendomi a mia madre affranta dal dolore e al mio bambino che cerca il suo papa».

Sotto un mazzo di fiori come se fosse una tomba su cui pregare per il figlio scomparso. «A settembre – dice la sig.ra Rizzo- scadrà la proroga delle indagini e il rischio è che l'inchiesta venga archiviata, ma io voglio la verità. Voglio che mi ridiano il corpo del mio Ivan, come hanno fatto per Massimiliano Marino e Luca Greco [i due amci di Campi Salentina scomparsi nel marzo scorso e ritrovati in un pozzo un mese dopo, con i presunti responsabili individuati e arrestati, ndr]. Forse non si è fatto abbastanza».

Finora ogni strada battuta non ha portato all'esito sperato. Ivan, all’epoca dei fatti disoccupato, separato dalla moglie da cui aveva avuto da poco un figlio, con qualche piccolo precedente alle spalle ma ben lontano dagli ambienti criminali, forse (ma sono solo ipotesi) però potrebbe aver pagato con la morte un dispetto o uno sgarbo fatto a qualcuno.



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