Inchiesta “Re Artù” su Salvatore Ruggeri. La Cassazione annulla con rinvio la decisione del Riesame

Il Tribunale del Riesame fisserà una nuova udienza, dopo l’accoglimento del ricorso della difesa. Ad ogni modo, per il momento, Ruggeri resta ai domiciliari

La Corte di Cassazione annulla con rinvio l’ordinanza del Riesame, che aveva rigettato l’appello della difesa di Salvatore Ruggeri con cui si chiedeva la revoca o l’attenuazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.

Il Tribunale del Riesame fisserà una nuova udienza, presumibilmente dopo che verranno depositate le motivazioni della Cassazione. Ad ogni modo, per il momento, Ruggeri resta ai domiciliari.

La decisione degli “ermellini” è maturata nella serata di oggi dopo la discussione in aula, al termine della quale è stato accolto il ricorso degli avvocati Giuseppe Fornari e Salvatore Corrado. I due legali hanno sottolineato l’insussistenza delle esigenze cautelari, poiché Ruggeri non ricopre più alcun incarico pubblico (due anni fa si dimise dalla carica di assessore regionale) e inoltre è passato molto tempo dai fatti contestati dalla Procura. Dunque, secondo la difesa, non vi sarebbe il rischio di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio.

Invece, i giudici del Riesame avevano rigettato l’appello discusso nel settembre scorso dai legali di Ruggeri, dopo l’impugnazione del provvedimento del gip Simona Panzera, che aveva a sua volta rigettato l’istanza della difesa che chiedeva l’annullamento della misura cautelare.

Va detto anche che Totò Ruggeri aveva chiesto di essere interrogato dal pubblico ministero Alessandro Prontera per chiarire la propria posizione, ma l’istanza era stata respinta.

In precedenza, si era avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, davanti al gip.

L’inchiesta “Re Artù”

Le indagini – si legge nell’ordinanza del giudice – hanno mostrato il potere di Ruggeri di infiltrarsi nei gangli della pubblica amministrazione, come nei consorzi di bonifica, ricevendo in cambio favoritismi secondo meccanismi clientelari. I posti di lavoro in cambio di favori sono al centro del rapporto tra Totò Ruggeri, Suor Margherita Bramato, direttrice dell’ospedale di Tricase e il Direttore Generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo.

Secondo l’ipotesi accusatoria poi, il 72enne di Muro Leccese, in qualità di assessore al welfare ed il medico Elio Vito Quarta, “stringevano un patto corruttivo”, con la collaborazione del commercialista Giantommaso Zacheo per accreditare il centro privato “Prodia” di Muro Leccese all’esercizio dell’attività di procreazione assistita.

Nell’ordinanza del gip si parla poi di posti di lavoro per i suoi “protetti”, in cambio di pesce di qualità e champagne. E si fa riferimento anche ad un presunto patto a luci rosse tra l’ex senatore dell’Udc e una 37enne che ambiva a migliorare la sua posizione lavorativa. Inoltre, avrebbe ‘raccomandato’ una donna con cui aveva intrattenuto una relazione sentimentale, aiutandola a trovare una sistemazione in un noto istituto culturale salentino.

La Procura gli contesta inoltre il voto di scambio alle regionali del 2020. Secondo la Procura, Ruggeri e Mario Pendinelli (ex consigliere regionale) avrebbero promesso e offerto denaro ai loro referenti politici in due Comuni del Salento.

Inoltre, viene rivolta a Ruggeri l’accusa di falso, riguardo il ripristino dell’arenile del lido Atlantis, lo stabilimento balneare di sua proprietà, formalmente amministrato da un’altra persona, in concorso con Pierpaolo Cariddi, sindaco di Otranto, con il responsabile dell’area tecnica, Emanuele Maggiulli e con Mario Pendinelli.

Intanto nelle scorse ore, il pm nell’ambito dell’inchiesta “Re Artù”, ha chiesto il rinvio a giudizio per 23 persone, tra cui anche Salvatore Ruggeri.

L’udienza preliminare è fissata per il 19 dicembre prossimo, dinanzi al gup Sergio Tosi, presso l’aula bunker di Borgo San Nicola.

 

 

 

 



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