La dr.ssa Ida Iura, attraverso apposita ordinanza, ritiene adeguata la misura concessa dal gip di Lecce Carlo Cazzella al termine dell’udienza di convalida. Così come, la riqualificazione del reato di concussione, in induzione indebita a dare o promettere utilità, nella forma consumata.
Secondo il giudice di Potenza “le condotte poste in essere dalla Scarciglia si sono estrinsecate attraverso richieste, che pur non integrando un abuso costrittivo, hanno avuto piena efficacia causale nella determinazione del privato ad eseguire la d’azione di una somma di denaro”.
Il gip ritiene “adeguata la misura dei domiciliari” in quanto proporzionata alla estrema gravità del reato… ed adeguata ad arginare le concrete esigenze cautelari che il mercimonio di pubbliche funzioni ha svelato”.
Invece, il pm Paola Guglielmi aveva chiesto la “conferma” dell’arresto e del carcere, con l’accusa di concussione
L’interrogatorio
Il 15 giugno scorso, presso il carcere di Borgo San Nicola, la 44enne di Veglie, assistita dagli avvocati Giuseppe Corleto ed Antonio Malerba, ha risposto alle domande del giudice, fornendo la propria versione dei fatti e negando l’ipotesi accusatoria di concussione. Si è giustificata affermando di trovarsi in ristrettezze economiche, dopo la separazione coniugale ed anche per le spese affrontate nella cura degli anziani genitori.
Invece, subito dopo l’arresto, il got Scarciglia avrebbe reso spontanee dichiarazioni asserendo che il perito le avesse chiesto come potesse fare per farle avere un presente. Per quel motivo, le avrebbe fornito indirizzo e numero di telefono. Ecco perché, secondo la got, il consulente si recò presso la sua abitazione con la busta di denaro che lei non si aspettava di ricevere.
L’arresto
Gli agenti della Polizia di Stato, agli ordini del dirigente Antonio De Carlo, hanno arrestato il got in flagranza di reato, il 12 giugno scorso, grazie all’aiuto di un perito grafologo.
Il giudice avrebbe offerto nuovi incarichi ad un consulente, se questi le avesse consegnato la somma di circa 1.500 euro. È così scattato il “piano” per incastrarla. Il perito si è recato presso l’abitazione del giudice e ha finto di stare al gioco, mentre gli agenti monitoravano di nascosto tutte le fasi della consegna della “bustarella” con il denaro. Conclusa la “transazione” sarebbero usciti allo scoperto, facendo scattare l’arresto in flagranza.
Il cancelliere indagato
Nell’inchiesta risulta indagato anche il cancelliere A.D. in servizio presso il Tribunale civile di Lecce. Risponde (dopo la riqualificazione del reato), a piede libero, dell’ipotesi di reato di concorso in induzione indebita a dare o promettere utilità.
Secondo l’accusa, il cancelliere avrebbe in qualche maniera fatto da tramite, tra il perito (che ha denunciato i fatti) e il got Marcella Scarciglia.
L’uomo, assistito dall’avvocato Donato Mellone, è stato interrogato. Si è difeso affermando di non aver mai preso soldi, ma di avere solo commesso solo la leggerezza di aver “caldeggiato” l’incontro con il got.
