Sigilli ai box del mercato ittico di Gallipoli, il Riesame conferma i sequestri

I legali che avevano impugnato il provvedimento,  chiedevano l’annullamento del decreto di sequestro preventivo

Restano i sigilli ai box in muratura del mercato ittico di Gallipoli, per i quali era stato presentato ricorso, dopo il sequestro del 26 luglio scorso, con un blitz interforze, per violazioni di carattere penale, amministrativo e sanitario. Il Tribunale del Riesame (presidente Simona Panzera, a latere Fabrizio Malagnino e Giovanna Piazzalunga), nella giornata di oggi, ha rigettato il ricorso della difesa e le motivazioni della decisione si conosceranno, in alcuni casi, entro i prossimi 45 giorni.

I legali che avevano impugnato il provvedimento,  chiedevano l’annullamento del decreto di sequestro preventivo del gip Tea Verderosa, richiesto dal sostituto procuratore Donatina Buffelli e dal procuratore Guglielmo Cataldi.

Il blitz del 26 luglio venne effettuato, in piena notte, da guardia costiera, carabinieri, polizia, guardia di finanza e polizia locale. Il sequestro preventivo, nell’ambito dell’inchiesta “Mercato Libero“, ha riguardato otto dei box esistenti. E riguarda complessivamente 11 indagati che rispondono, a vario titolo, di occupazione e innovazioni abusive, occupazione abusiva di spazio demaniale e inosservanza di limiti alla proprietà privata. Risultano coinvolti anche nell’irregolare somministrazione e consumazione di prodotti ittici.

I conduttori dei box comunali, difesi, tra gli altri, dagli avvocati Speranza Faenza e Renato Magni, Michele Lembo, Franco Orlando potranno fare ricorso in Cassazione.

L’altra inchiesta

Intanto, nella giornata di martedì, i quattro componenti di una famiglia di Gallipoli, finiti in arresto per tentata estorsione, il 14 agosto scorso, sono tornati in libertà, dopo che il Riesame ha accolto il ricorso degli avvocati Speranza Faenza e Biagio Palamà.

Le indagini del Commissariato di Gallipoli, si sono avvalse delle denunce da parte delle persone offese (assistite dall’avvocato Angelo Ninni) per una serie di presunte condotte intimidatorie per ottenere la somma di 100.000 euro ed un locale commerciale della “Città bella”.