Una società finanziaria, tre aziende immobiliari, diciannove immobili (tra cui un castello e un kartodromo) e trentasette terreni (per una superficie totale di 42 ettari), per un valore complessivo di otto milioni di euro.
È questo l’ammontare dei beni riconducibili a Santo Paglialunga, 70enne di Aradeo, condannato per il reato di usura aggravata e continuata, che gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Lecce, hanno confiscato nella mattinata di oggi.
La sentenza da cui scaturisce il provvedimento, è stata emessa dalla Prima Sezione Penale del Tribunale di Lecce, su proposta di sequestro a firma del Direttore della Dia, avanzata in seguito a indagini economico-patrimoniali articolate e complesse che hanno evidenziato la netta sproporzione tra le capacità reddituali dichiarate dall’uomo e l’ingente valore dei beni, risultati di fatto nella sua disponibilità.
I fatti più significativi che lo hanno visto protagonista sono emersi nel corso di un operazione condotta dalla Sezione Operativa della Dia nel gennaio 2009 che, grazie alla denuncia di un imprenditore salentino operante nel settore del commercio delle carni, vittima di usura, consentì di disarticolare un’organizzazione criminale capeggiata dallo stesso Sante Paglialunga che, attraverso l’Istituto Finanziario Aradeo Spa, a lui riconducibile, approfittando dello stato di bisogno di alcuni imprenditori in difficoltà economiche, concedeva prestiti usurari a un tasso di interesse pari circa al 60% annuo.
A fronte di un reddito dichiarato dalla famiglia del 70enne nel corso di un decennio pari a circa 69.000 euro è stato accertato un patrimonio immobiliare pari a circa otto milioni di euro formalmente intestato ai familiari, ma di fatto riconducibile a Paglialunga.









