Avrebbe picchiato e pedinato la moglie anche sul posto di lavoro ed un 53enne di Tricase è stato condannato ad 1 anno. Il gup Cinzia Vergine, al termine del processo con rito abbreviato, ha ritenuto U.P. ( queste le iniziali), colpevole del reato di stalking e lesioni personali, ma ha tenuto conto delle attenuanti generiche. In precedenza, il pubblico ministero Maria Rosaria Micucci aveva invocato una condanna ad 1 anno e 4 mesi.
Le indagini presero il via a seguito della denuncia della donna, presentata il 3 agosto dello scorso anno. La moglie di U.P. avrebbe riferito una serie di episodi di stalking messi in atto dal marito per ben tre anni. Lei stessa ha raccontato che dal 2013 al 2015, l'uomo da cui era di fatto separata e aveva interrotto la convivenza, la perseguitava. Il 53enne di Lucugnano (frazione di Tricase) era convinto che la moglie lo tradisse e la offendeva pesantemente e ripetutamente anche in presenza della figlia. Non solo, la minacciava sia di persona che telefonicamente e la pedinava anche nei pressi dell'abitazione, origliando le telefonate.
Gli atti persecutori si verificavano poi sul luogo di lavoro, poiché gli ex coniugi gestivano assieme un negozio di cui era titolare il marito. U.P. nelle vesti di datore di lavoro della moglie, le faceva conteggiare dal commercialista in busta paga un numero di ore inferiore a quelle effettive; nel dicembre del 2015, inoltre, non le permetteva di corrispondere la tredicesima mensilità. I soprusi dell'uomo non sarebbero finiti qui. Nel giugno del 2015, il tricasino avrebbe picchiato la moglie, colpendola con calci e pugni.
L'imputato è assistito dall'avvocato Francesco Accoto. Invece, la vittima si è costituita parte civile con il legale Filippo Orlando e il giudice ha disposto in suo favore il risarcimento del danno da quantificare in sede civile.
