Sedici persone risultate positive al Covid-19 (acronimo inglese di Corona Virus Disease) e 46 in quarantena domiciliare, assistite costantemente. È il ‘bilancio’ del sindaco di Lecce Carlo Salvemini che ha voluto affidare ai social un messaggio di vicinanza sia ai concittadini contagiati che si sono ritrovati a fare i conti con il “nemico invisibile” sia alla comunità.
Una crescita dei numeri era prevedibile, ma non bisogna farsi prendere dal panico o da allarmismi ingiustificati. Per vincere questa battaglia bisogna restare in casa e spezzare la catena dei contagi.
«In questi giorni stiamo percorrendo la fase ascendente di quella curva che vediamo spesso rappresentata nei resoconti televisivi e nelle analisi che restituiscono la dinamica del contagio. Come ci spiegano gli epidemiologi incaricati di affiancare le istituzioni regionali e nazionali nella gestione dell’emergenza, l’aumento che registriamo in questi giorni è un fenomeno previsto. Ed è proprio in ragione di esso che a tutti noi è stato chiesto di trascorrere queste settimane restando in casa. Meno occasioni di contagio offriamo al Coronavirus – che viaggia sulle nostre gambe e si trasmette da persona a persona – prima riusciremo a frenare la crescita dei numeri e a far entrare la curva in una fase di stabilizzazione e poi, si spera, discendente» si legge nel lungo post.
Come detto, il capoluogo barocco conta 16 persone positive Coronavirus, 2 ricoverate in ospedale, gli altri sono in terapia domiciliare. 46, invece, i concittadini sottoposti a quarantena. «A tutti loro vorrei far arrivare a nome della città un messaggio di vicinanza. Stanno affrontando, come è comprensibile, un momento di grande difficoltà, dal quale ci auguriamo possano presto uscire, tornando alle loro abitudini consuete e soprattutto ai loro affetti e alle loro occupazioni. Siamo tutti parte di una comunità coesa che oggi più che mai deve sentirsi solidale».
In questa battaglia e con il picco ancora lontano è importante cambiare direzione alla ‘curva’ disegnata dal numero dei contagi. E l’unico modo per invertire la tendenza è quello di limitare il più possibile le uscite. Allo ‘stretto necessario’ come indicato nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. «Spetta a noi – con il rigoroso e scrupoloso rispetto delle misure imposte dal Governo – contribuire a rallentarne la propagazione. Spetta a noi essere parte di questa battaglia. Lo stiamo già facendo. Dobbiamo e possiamo farlo ancora meglio» ha concluso Salvemini.
