Curato con medicine omeopatiche, morì a soli 4 anni. A processo i genitori

Il gup Vincenzo Brancato ha disposto il rinvio a giudizio dell’omeopata Marcello Monsellato e di sua moglie Giovanna Pantaleo, di Miggiano. Rispondono dell’accusa di omicidio colposo per aver curato il figlio di appena 4 anni con la medicina alternativa.

Una forte influenza venne curata, da chi doveva occuparsi di lui, utilizzando soltanto medicine omeopatiche, ma Luca Montestellato, che a quattro anni pesava poco più di 12 chili, morì poco dopo. Il suo cuore smise di battere il 20 ottobre 2011. Persino la corsa all’ospedale 'Cardinal Panico' fu, purtroppo, vana. Il piccolo arrivò al pronto soccorso del nosocomio tricasino, ormai cadavere.
 
Il Gup, Vincenzo Brancato ha disposto il rinvio a giudizio di papà Marcello, omeopata di professione oltre che psicoterapeuta e di mamma Giovanna Pantaleo, originari di Miggiano. Entrambi rispondono dell’accusa di omicidio colposo causato da omissioni di cure. Il processo che tenterà di chiarire se ci fu una correlazione tra le terapie mediche somministrate dai genitori e la morte del bambino, inizierà il prossimo 24 febbraio dinanzi al giudice monocratico Sergio Tosi. Solo allora, forse, verrà stabilita la verità.
 
Quella del piccolo Luca fu una tragedia che scosse il Salento intero. Secondo il referto, il bambino, smagrito, con alcune ecchimosi alle gambe e debole a causa di un'influenza che durava ormai da giorni e curata – si ipotizza – solo con medicine alternative che si sarebbero poi rivelate inefficaci, era giunto al Pronto Soccorso, già morto. I medici non hanno potuto far altro che scuotere la testa davanti al suo corpicino senza vita.
 
Diverso il racconto dei genitori, secondo cui il figlio quando arrivò in Ospedale, respirava ancora  e che per circa un'ora i medici gli avevano praticato senza successo le manovre di rianimazione. Per questa ragione, in un primo momento, anche tre medici del nosocomio tricasino vennero iscritti nel registro degli indagati. La loro posizione fu poi archiviata dopo la consulenza di medici legali che sgombrarono il campo sulla responsabilità dei soccorritori. Nel documento firmato dai periti, come causa della morte viene individuata una "polmonite interstiziale e batterica, complicata ulteriormente da sovrainfezione da miceti patogeni". Insomma, "il piccolo Luca giunse presso il Pronto soccorso in arresto cardio-respiratorio non risolto, nonostante le protratte manovre di rianimazione messe in atto dai medici di quella struttura". 



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