Ben 4 donne in poco più di una settimana, morte per mano di chi diceva di amarle. Un controsenso che stride e fa un rumore assordante, un binomio amore-morte alquanto difficile da comprendere. Eppure le cronache continuano a descriverlo, in una scia di sangue.
L’ultima vittima a Pastrengo in provincia di Verona, una maestra elementare di 46 anni è stata raggiunta, all’interno della propria casa, da numerose pugnalate e colpita alla testa con un vaso. La mano assassina? Quella del suo ex convivente che successivamente ha confessato.
Il caso si aggiunge al triste elenco che si è fatto via via sempre più lungo. Recente è il caso di Pordenone dove una ex guardia giurata ha ucciso la fidanzata a colpi d’arma da fuoco per poi togliersi la vita. Martedì scorso un’altra strage che ha sconvolto la comunità di Taranto: un uomo ha prima ucciso la moglie dalla quale si stava separando per poi uccidere anche il figlioletto e in ultimo suicidarsi.
Come non ricordare, poi, l’orrenda storia di Sara. Strangolata e bruciata in strada dall’ex fidanzato. Il funerale si terrà domani a Roma.
Si rimane attoniti, senza parole, di fronte a simili casi e si pensa che la tragedia possa consumarsi anche vicino a noi, dietro la porta di casa. Tanti, troppi sono gli episodi di stalking che ci vengono segnalati dalle Forze dell’ordine, racconti di sentimenti perversi, di relazioni disperate che sfociano in gesti inconsulti.
Le donne sono ormai le vittime predestinate di una rabbia incontrollata, di schegge di pura follia che diventano fendenti mortali.
Sui social è ormai diventata virale l’iniziativa di esporre fuori dalle finestre un drappo rosso a memoria di coloro che hanno perso la vita in questi e nei giorni più lontani, nell’idea di manifestare la propria volontà contro il femminicidio.
L’iniziativa ha visto sensibili anche le miss che a Gallipoli stanno per contendersi la fascia di miss Mondo Italia.
Anche la redazione di Leccenews24 espone dalle sue finestre un nastro rosso, un nastro per tutte le donne, non solo per ricordare le vittime di femminicidio, ma anche per invitare tutte coloro che si sentono oppresse e oggetto di “attenzioni perverse” a denunciare e a farlo in fretta, prima che sia troppo tardi.
