
Dopo la vicenda dei due "corrieri" surbini arrestati a Livorno poiché in possesso di un'ingente quantità di droga, un altro salentino, questa volta di Acquarica del Capo, è stato condotto in carcere poiché "pizzicato" con 11 chili di cocaina e poi interrogato nelle scorse ore dal gip di Catania.
Bruno Palese, 51enne era un volto sconosciuto alle Forze dell’Ordine, almeno fino a martedì scorso, quando, è stato fermato dagli agenti della squadra mobile di Catania, mentre trasportava a bordo del suo furgone Fiat Ducato, 10 panetti di "polvere bianca" del valore di oltre 500mila euro (una volta immessi sul mercato, secondo una stima approssimativa effettuata dalla Polizia, avrebbero fruttato almeno 3 milioni di euro).
Il giudice per le indagini preliminari Giancarlo Cascino ha convalidato l’arresto con l'accusa di trasporto e detenzione di sostanza stupefacente e ha disposto la custodia cautelare in carcere, per il rischio di una reiterazione della condotta criminale.
Infatti, secondo il gip, ci sarebbero utili elementi investigativi per ritenere che il 51enne, seppure incensurato, sia collegato con qualche organizzazione dedita allo spaccio di droga e che quindi, se liberato, possa riprendere a compiere attività criminose. Egli si sarebbe procurato la cocaina dall'Olanda e probabilmente l'avrebbe dovuta consegnare ad un referente criminale in Sicilia (era probabilmente destinata al mercato della droga dell'isola), dove è stato bloccato dai poliziotti.
Bruno Palese assistito dall'avvocato Biagio Palama' ha comunque risposto alle domande degli inquirenti nell'ambito dell'udienza di convalida. Egli ha sottolineato come la "molla" che l'ha spinto ad invischiarsi in una così rischiosa, nonché illegale attività è stata la speranza di potersi procacciarsi del denaro; egli voleva uscire a tutti i costi da una situazione di stringenti difficoltà economiche che attanagliavano la sua famiglia (è sposato ed ha figli).
Palese, comunque, in merito al suo ruolo di corriere ha dichiarato di non conoscere il mittente ed il destinatario della sostanza stupefacente. Il 51enne si è limitato a dire agli inquirenti di aver ricevuto le indicazioni su come "muoversi" attraverso sms (i militari gli hanno sequestrato il telefonino ed ora procederanno con i dovuti accertamenti).
Inizialmente era stato contestato a Palese, un altro viaggio in Sicilia avvenuto a giugno, in cui avrebbe operato sempre come "corriere"; il suo legale avrebbe dimostrato come si trattasse di uno spostamento per ragioni di lavoro. Il proprio assistito, infatti, già da alcuni anni, aveva intrapreso l'attività professionale di venditore di mobili antichi che eseguiva con un piccolo negozio ad Acquarica, ma anche attraverso viaggi sia in Italia che all'estero.
In ogni caso, il suo arresto è stato certamente il frutto di un operazione info-investigativa; grazie ad un'accurata attività d'intelligence, si era giunti a conoscenza degli spostamenti e dunque del mezzo e numero di targa del veicolo su cui viaggiava. Una volta fermato dalla narcotici sulla tangenziale di Catania, Palese è stato condotto in caserma dove ha ammesso di avere il carico con sé, nascosto all'interno di un pannello posteriore del mezzo ed ha "aiutato"gli agenti a scovare la droga.
Successivamente è stato condotto nel carcere di “Piazza Lanza”, dove dovrà restarci ancora, in attesa dell'udienza del Tribunale del Riesame che sarà fissata per la seconda metà di agosto. Il suo legale, l'avvocato Biagio Palama' impugnerà l'ordinanza del Gip sulla misura cautelare in carcere, richiedendo i domiciliari per il proprio assistito.