Evase dai domiciliari e minacciò i testimoni della ‘vicenda Quintana’? Marco Barba rimane in carcere

Nei giorni scorsi, il Tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza di scarcerazione e negato i domiciliari per il 43enne, soprannominato ‘Tannatu’, arrestato all’alba del 3 dicembre scorso, al termine dell?operazione investigativa ‘Barbapapà’.

Resta in carcere Marco Barba, ex collaboratore di giustizia gallipolino, per i presunti atti intimidatori, estorsivi e persecutori ai danni del politico Sandro Quintana. Nei giorni scorsi, il Tribunale del Riesame ha rigettato l'istanza di scarcerazione e negato i domiciliari per il 43enne, soprannominato “Tannatu”, arrestato all'alba del 3 dicembre scorso, al termine dell’operazione investigativa “Barbapapà”. Dunque, i giudici hanno respinto la richiesta di annullamento dell'ordinanza emessa dal gip Simona Panzera. Marco Barba è assistito dall'avvocato Stefano De Francesco.

Durante l'udienza in sede di Riesame, il sostituto procuratore antimafia Alessio Coccioli ha anche prodotto nuove "prove". In base a questo supplemento d'indagine, emergerebbe che Barba sia anzitutto evaso dai domiciliari (era già stato arrestato il 14 ottobre scorso, poiché trovato in possesso di droga). Fuggendo dalla sua abitazione si sarebbe recato armato di kalasnikov da due testimoni scomodi per minacciarli.

Ricordiamo che le indagini hanno presso avvio dalla denuncia di Sandro Quintana, con un passato – dal 2009 al 2014 – di consigliere provinciale. Egli, così come alcuni dipendenti del ristorante “Mare Chiaro”– nel periodo compreso tra agosto e settembre 2016 – sarebbero state vittime di continue e reiterate minacce e atti persecutori.
  
Il movente alla base del gesto criminoso? Stando alle accuse è da imputare all’incapacità delle vittime di consentire, nel corso di più serate di fine estate, l‛ingresso gratis dell'indagato nelle principali e più note discoteche gallipoline. Gli atti vessatori contemplavano le minacce verbali, dirette o telefoniche e alcuni episodi in cui Barba avrebbe mostrato alle parti offese una pistola. In un tale contesto di condotte moleste e vessatorie, si inserirebbe dunque, la lettera indirizzata a Quintana, comproprietario del ristorante “Mare Chiaro”- "corredata" da due proiettili cal.7,65. Barba avrebbe chiesto Quintana in forma estorsiva, una somma di denaro per poter acquistare un furgone adibito al trasporto di prodotti ittici. Il monitoraggio dell’utenza telefonica intestata ed in uso a Marco Barba avrebbe, inoltre, permesso di acclarare il potenziale bellico a sua disposizione. 'Tannatu' si sarebbe reso anche responsabile del reato di danneggiamento seguito da incendio, nei confronti di un’autovettura parcheggiata nei pressi della propria abitazione.
 
Nei mesi scorsi, in circa due ore di ascolto innanzi  al gip Simona Panzera per l'interrogatorio di garanzia, Marco Barba detto “Tannatu” ha respinto ogni accusa. L'indagato ha rispedito al mittente ogni addebito, rispondendo a tutte le domande del giudice.
  
Ricordiamo che Marco Barba deve ancora scontare la pena di 23 anni e 5 mesi, per due omicidi di mafia commessi quando era ancora minorenne.



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