Gli sfila il cappio dal collo durante l”™impiccagione. Mamma perdona l”™assassino del figlio

La madre di un ragazzo barbaramente ucciso perdona all”™ultimo momento l”™assassino di suo figlio, mentre stava per essere impiccato. Il gesto di misericordia sta sconvolgendo mezzo mondo.

Terrificante storia di amore e dolore che arriva dall’Iran, uno dei Paesi dove la pena di morte è uno spettacolo pubblico. Una donna toglie la corda dal collo dell’assassino di suo figlio, un minuto prima che venisse impiccato. Clamoroso gesto di pietà che ben si lega all’atmosfera della Pasqua.

Aveva già la testa infilata nel nodo scorsoio, i piedi su una sedia che sarebbe stata tolta all’improvviso per farlo penzolare dalla forca, ma un giovane condannato a morte per omicidio è stato miracolosamente salvato dal gesto di pietà della donna a cui aveva ucciso il figlio. Momenti drammatici sublimati dall’abbraccio finale di due donne, la prima piangente per il figlio barbaramente ammazzato che dona la vita al suo carnefice, e la seconda, invece, madre dell’assassino condannato all’impiccagione. Una ha perso il figlio per sempre, l’altra lo ha riavuto vivo.

Ma veniamo ai fatti. In una città dell’Iran è di scena una pubblica esecuzione (ci sono Paesi del mondo in cui la morte è uno spettacolo pubblico e la giustizia è a misura di cittadino, nel senso che le famiglie vengono risarcite attraverso una legge a dir poco primitiva), si tratta della pena capitale derivante dalla legge della cosiddetta “retribuzione”; chi subisce un danno, o una sottrazione, viene ricompensato; in questo caso di efferato omicidio la compensazione riguarda la vita dell’omicida.

La sentenza è stata emessa, la gente è accorsa in massa a vedere. Il palco della forca è pronto, il cappio al collo pure. Il condannato viene introdotto col capo nel nodo mortale, ed ecco che una donna si avvicina e lo schiaffeggia, ma poi, subito dopo, gli sfila il cappio dalla testa, rendendogli la vita.

Il gesto, statene certi, non è passato inosservato e apre un precedente ricchissimo di effetti e implicazioni sul panorama di certa giustizia. Alla base del perdono ci sarebbe stato un sogno. Il sogno del padre della vittima, marito della donna misericordiosa. L’uomo avrebbe sognato il figlio ucciso, il quale non solo gli avrebbe detto di essere felice, ma di trovarsi in un luogo meraviglioso. Tanto è bastato a convincere i genitori della giovane vittima a non esercitare il diritto di rivalsa o di risarcimento nei confronti di chi li aveva privati dell’affetto di un figlio.

Il perdono è il cuore della legge” aveva detto un profeta ucciso su una croce in Palestina duemila anni fa, il profeta di un’altra religione, ma quella frase può valere, evidentemente, anche per l’Islam.



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