Riserva altre sorprese, l'indagine della Guardia di Finanza sul gruppo criminale con base a Galatina che ha portato, in data 14 settembre, a nove ordinanze di custodia cautelare ed al sequestro di beni immobili e disponibilità finanziarie.
Emergerebbero, dunque, da alcune intercettazioni telefoniche, effettuate dal Nucleo di Polizia Tributaria della GdF leccese e contenute in un informativa, tra alcuni membri del presunto clan e persone ritenute vicine ad esso, l'utilizzo d'immobili siti in Galatina, per inusuali circostanze. Dalla conversazione al telefono dell'aprile 2011, tra il 72enne Mario Notaro, ritenuto vicino al sodalizio mafioso dei Coluccia ed un ingegnere, si farebbe riferimento all'allestimento di un ufficio di rappresentanza per un personaggio di spicco della politica salentina. Notaro, intorno a mezzogiorno, riferirebbe al suo interlocutore di aver prenotato in un ristorante di Gallipoli per la sera, un tavolo per dieci persone a cui avrebbero partecipato avvocati, ingegneri ed il politico su menzionato.
Inoltre, nella stessa telefonata, i due "intercettati", farebbero riferimento ad un'altra circostanza; Notaro direbbe all'ingegnere che nel corso del primo pomeriggio, un suo uomo di fiducia monterà la targhetta, per poi coprirla e mettere un guardiano a controllare che nessuno legga il nome, relativa all'inaugurazione del comitato elettorale del noto politico (a supporto di ciò, ci sarebbero dei rilievi fotografici, frutto di un appostamento dei finanzieri).
Infine, in una telefonata in tarda serata, l'ingegnere racconterebbe a Notaro della buona riuscita dell'incontro al ristorante e della soddisfazione per quanto fatto da loro, da parte del politico salentino. Quest'ultimo avrebbe mantenuto comunque il massimo riserbo sulle persone che le avrebbero fatto trovare pronto il nuovo ufficio (addirittura con la coppa del suo partito), e avrebbe anche promesso di venire una volta al mese a Galatina per incontrare tutti quanti.
In un'altra informativa della GdF, invece, risulterebbero le modalità di acquisto di un'abitazione adibita a "casa di appuntamento" e lo sfruttamento della prostituzione a Galatina. Protagonista della vicenda sarebbe l'80enne Carlo Palumbo, considerato uno dei promotori, organizzatori e finanziatori delle attività illecite del clan. Egli avrebbe messo un immobile ( frutto anch'esso della sua partecipazione alle aste giudiziarie),"a disposizione tre donne", per offrire prestazioni sessuali a potenziali clienti tra, cui risulterebbero alcuni "prescelti" dallo stesso 80enne galatinese, come un assistente amministrativo di un istituto scolastico ed un carabiniere. A supporto di questa tesi investigativa, ci sarebbero le intercettazioni telefoniche del gennaio 2011, tra Palumbo ed i "clienti". Inoltre emergerebbe che, egli stesso avrebbe profittato dello stato di bisogno delle donne, chiedendo in alcuni casi prestazioni sessuali gratuite per sé ed altre persone.
