Il secondo troncone d’inchiesta “Clean Game” si chiude con l’avviso di conclusione delle indagini per 41 persone.
Tra di essi, anzitutto, Salvatore De Lorenzis, 49enne di Racale ed i fratelli Saverio 41enne; Pietro, 51 anni e Pasquale 44enne. Gli altri indagati sono Sebastiano Bagnato, 60enne di Lecce; Pino Luigi De Florio, 49enne di Gallipoli; Alessandro Fuso, 39enne di Alliste; Daniele Gatto, 53enne di Copertino; Aldo Gravili, 29enne di Racale; Quintino Gravili, 47enne di Racale; Antonio Mancino, 49enne di Racale;un 44 di Mesagne; Alessandro Mauramati, 36enne di Alliste; Dario Panico, 46enne di Lecce; Lucio Riotti, 49enne di Carmiano; Emanuele Rizzo, 30enne di Alliste; Salvatore Tarantino, 45enne di Monteroni di Lecce; Rocco “Aurelio” Vincenti, 45enne di Tricase; Michele Arcangelo Lazzari, 47enne di Cutrofiano; Antonio Luigi Salento, 35enne di Tricase; Antonio Indino, 58enne di Lecce; Amtonio Polati, 59enne di Melissano; Pasquale Pascali 56 anni di Vernole; Gennaro Casto 69 anni di Taviano; Salvatore Calabrese 62 anni di Nardò; Mauro Fiorita 45 anni di Copertino; Luca Luciano Chirizzi 36 anni di Lizzanello; Cosima Picci 40 anni di Patù; Emanuele Piccinno, 39 anni di Gallipoli; Tarek Trabelsi 39 anni di San Cesario; Adamo Pisanello 40enne di Sannicola; Lorenzo Parisi, 31 anni di Nardò; Leonida Alemanno 53 anni di Lequile; Nicola De Florio, 49 anni di Gallipoli; Claudio Denis Lombardo 43 anni di Alliste; Giuseppe Maruccia 63 anni di Lecce; Giuseppe Laghezza 54 anni di Guagnano; Valerio Bove, 49 anni di Surbo; Pompeo Caputo 54 anni di Gallipoli; Elisabetta Cesi 43 anni di Racale; Erica Parlati, 36 anni di Racale.
Diciassette di loro, tra cui i quattro fratelli De Lorenzis, rispondono del reato di associazione di tipo mafioso. Invece, nell’ottobre scorso, il pm Carmen Ruggiero aveva notificato a 38 persone la chiusura delle indagini relative ad una prima tranche dell’inchiesta. Tredici indagati rispondono del reato di associazione a delinquere e farebbero parte del gruppo criminale capeggiato da Silvano De Leone. Il sodalizio si occupava della compravendita di schede di gioco contraffate. Gli indagati rispondono, a vario titolo ed in diversa misura, dei reati di: associazione di tipo mafioso, truffa ai danni dello Stato, frode informatica, esercizio di giochi d’azzardo ed esercizio abusivo di giochi e scommesse aggravati dal metodo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e associazione per delinquere.
Lo scorso 24 febbraio il gip Antonia Martalò, su richiesta dei sostituti procuratori Carmen Ruggiero e Giuseppe Capoccia, emise 27 ordinanze di custodia cautelare (19 in carcere e 8 ai domiciliari). Il giudice dispose anche il sequestro preventivo del patrimonio riconducibile all’associazione per un valore complessivo di circa 12 milioni di euro. I sigilli sono stati apposti a 69 fabbricati, 25 terreni, tre autovetture, dieci società capitali e due ditte individuali. L’operazione ha riguardato anche i conti correnti accesi presso 15 istituti di credito. I finanzieri hanno posto sotto sequestro 270 slot machines. Inoltre, ben 135 persone, tra esercenti di bar, caffetterie e tabaccherie vennero indagate a piede libero. Per loro è previsto un terzo stralcio dell’inchiesta, ma potranno ricorrere ai decreti penali di condanna ed evitare un processo.
Le indagini cominciarono nel 2010 a seguito di alcune segnalazioni anonime. Al vertice dell’organizzazione, due gruppi criminali riconducibili a Salvatore De Lorenzis, considerato “il re delle slot machines”e Silvano De Leone. Il sodalizio “si avvaleva di metodi mafiosi posti in essere da alcuni affiliati storicamente vicini ai noti clan Troisi di Casarano, e Padovano di Gallipoli”. L’organizzazione imponeva agli esercenti di bar, caffetterie e tabaccherie del Basso Salento, tra Racale, Melissano, Casarano il noleggio di slot machines manomesse riconducibili alle società Somec e Sio srl dei fratelli De Lorenzis. Gli esercizi commerciali erano stati in precedenza rilevati dal gruppo criminale. I proprietari, trovandosi in gravi difficoltà economiche accettarono la proposta dell’organizzazione. L’alterazione dei dispositivi di gioco sarebbe avvenuta anche grazie all’intervento del funzionario dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, Dario Panico, 45enne di Lecce.
Ricordiamo inoltre che nel marzo 2015, il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso dei legali dei fratelli De Lorenzis in merito all’accusa di associazione mafiosa. Salvatore De Lorenzis, considerato “il re delle slot” Pietro, Pasquale e Saverio ottennero i domiciliari. La Procura impugnò la sentenza, ma anche la Corte di Cassazione ritenne insussistente il reato contestato.
Gli indagati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Fasano, Biagio Palamà, Luigi Piccinni, Gabriella Mastrolia, Vincenzo Venneri, Ladislao Massari, Luigi Suez, Stefano Pati, Mauro Marzano, Giancarlo Zompì, Gabriele Valentini, Giampiero Tramacere.