«La costruzione del Gasdotto Tap non ha impatti sull'ambiente»: parola dei tre consulenti della Procura. Nelle scorse ore, infatti, è stata depositata sul tavolo del pubblico ministero Angela Rotondano, titolare dell'inchiesta, un'informativa firmata dal pool di esperti chiamati ad esprimersi sull’aspetto forse più discusso del progetto della costruzione del metanodotto che, viaggiando per 3500 chilometri e sette paesi, porterà il gas azero in Europa centrale.
L’impatto ambientale che avrà (o dovrebbe avere) su una delle spiagge più belle di San Foca, nella marina di Melendugno è stata spesso terreno di scontro tra chi ha difeso il gasdotto della Trans Adriatic Pipeline e chi invece si è opposto con le unghie e con i denti alla sua realizzazione. Secondo le conclusioni a cui sono giunti gli esperti della Procura, in questo caso, non deve essere applicata la cosiddetta “Direttiva Seveso” quella richiesta sui progetti a rischio incidenti per la popolazione e l'ambiente e invocata a gran voce in primis dal sindaco, Marco Potì.
Una posizione, non nuova. Già in passato sia i Vigili Del Fuoco che il Ministero dell'Ambiente e dell'Interno si erano espressi sulla non applicabilità della Direttiva. Inoltre, emergerebbe, dopo i dovuti accertamenti, la regolarità delle procedure di "Autorizzazione Unica".
Insomma, come Tap ha sempre sostenuto fin dalla sua prima campagna di comunicazione ‘chi ha paura del tubo cattivo?’ il gasdotto c’è ma non si vede. Non cambierà l’immagine della spiaggia, la gente potrà continuare a fare il bagno. Non ci saranno nemmeno restrizioni alla pesca. Anche nel suo percorso a terra il gasdotto sarà invisibile. Gli ulivi rimossi in fase di costruzione saranno reimpiantati a conclusione dei lavori e il paesaggio sarà ripristinato.
