Se fosse andato in porto, sarebbe stato decisamente un gran colpo. Invece, per una banda di tre furfanti, tutti originari di Nardò, la speranza di mettere in saccoccia tre quintali di peperoni è andata in fumo. La vicenda è accaduta nella serata di ieri: una pattuglia dei Carabinieri della locale stazione si aggirava nelle campagne del comune neretino, quando qualcosa non quadrava gli occhi dei militari. Sono stati notati, infatti, tre individui trasportare ingenti quantità di prodotti agricoli in maniera decisamente fraudolenta da un’azienda agricola del posto, tenuta d'occhio da alcuni giorni.
Immediatamente, quindi, il veicolo delle Forze dell’Ordine si è avvicinato a quello dei banditi che, dopo aver compreso si essere stati scoperti in flagranza di reato, hanno tentato la fuga a bordo della loro Skoda Fabia. Una fuga, a dir la verità, molto singolare: i ladri, infatti, hanno tentato di rallentare la corsa dell’automobile dei Carabinieri lanciano decine di peperoni, freschi di refurtiva, all’indirizzo dei militari. Tutto inutile, però: i banditi hanno dovuto arrestare il loro mezzo, ma due di loro hanno cercato la disperata fuga lanciandosi in una corsa tra le campagne circostanti. Hanno avuto poca fortuna, poiché gli uomini dell’Arma sono riusciti a raggiungerli e bloccarli. Il terzo uomo, invece, non ha nemmeno fato in tempo ad uscire dall’abitacolo perché immediatamente raggiunto da alcuni militari.
I tre: Mimino Bianco, 42enne, separato, disoccupato, incensurato; Raffaele Antonio Cisternino, 38nne, celibe, disoccupato, incensurato e Mirko Spenga, 37enne, coniugato, disoccupato e censurato, a questo punto, sono stati condotti nella caserma di Nardò per le procedure di riconoscimento. In particolare, uno di loro erà già noto agli archivi delle Forze dell'Ordine per reati simili. Tutti, ovviamente, sono stati accusati di furto aggravato e resistenza a Pubblico Ufficiale e, per questo, sono stati sottoposti alla misura dell’arresto ai domiciliari. Il bottino, intanto, quantificato in circa 300 chili di peperoni, è stato prontamente restituito all’azienda agricola vittima del furto.
