Una pericolosa associazione a delinquere dedita all’usura, all’esercizio abusivo del risparmio, a condotte estorsive, al riciclaggio, al reimpiego di denaro di provenienza delittuosa, nonché alla turbativa d’asta. È il quadro a "tinte fosche" che emerge dalla chiusura delle indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Lecce – su delega della Procura della Repubblica.
Nelle scorse ore, il sostituto procuratore antimafia Alessio Coccioli ha chiuso l'inchiesta e nell'avviso compaiono i nomi di 22 persone ( inizialmente erano 29): Antonio Gianluca Notaro, 34enne, il padre Luciano Notaro, 70enne, Mario Notaro, 72enne fratello di Luciano, Emanuela Notaro 40 enne di Galatina; Luigi Nuzzaci, 65enne, Carlo Palumbo, 81 nato a Galatina; Carlo Palumbo 47 anni nato a Monaco di Baviera; Massimo Palumbo, 51 di Melendugno; Francesco Palumbo, 44enne residente a Melendugno, Patrizia Palumbo 50 anni di Galatina; Italo Scudella, 76enne residente a Surbo, Luigi Sparapane, 57enne, ed il figlio Fabio Sparapane, 29enne; Pantaleo Nuzzo 53enne di Taranto ; Maria Antonica 69 enne di Galatina; Angelo Antonio Calabretti, 71enne di Galatina; Concetta Candido, 49enne di Melendugno; Anacleto Chittano 78 di Galatina; Anna Paola Dima 43enne di Melendugno; Biagio Luigi Garibaldini 55 anni di Galatina; Maria Luce Maglio 63enne di Galatina; Lucia Santoro 57enne di Melendugno.
Difatti, in data 14 settembre venne emessa un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per nove indagati e disposto il sequestro dei beni per alcuni di essi, per un valore complessivo di 5 milioni di euro. Il Tribunale del Riesame, nel corso dei mesi però, annullò per tutti l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Giuseppe Bonsegna, Giuseppe Minafra, Antonio Savoia; Giovanni Gabellone, Francesca Conte, Americo Barba; Carmine Gervasi; Viola Messa, Alessandro Stomeo, Marino Giausa, Carlo Congedo. Il sodalizio criminale risulterebbe capeggiato da soggetti contigui ad esponenti del clan mafioso Coluccia. Tra gli episodi più eclatanti, ci sarebbe anche la turbativa di una gara di appalto riguardante l'aggiudicazione di un servizio di mensa scolastica. Veniva modificata l'offerta inizialmente presentata, altrimenti inammissibile, in merito ai prodotti proposti, alle grammature ed ai prezzi.
La Guardia di Finanza, poi si è soffermata sulla partecipazione di alcuni indagati, a tramite "prestanome", alle "aste indette dal Tribunale di Lecce".Emergerebbero, anche, da alcune intercettazioni telefoniche, effettuate dal Nucleo di Polizia Tributaria della GdF leccese e contenute in un'informativa, tra alcuni membri del presunto clan e persone ritenute vicine ad esso, l'utilizzo d'immobili siti in Galatina, per inusuali circostanze. Dalla conversazione al telefono dell'aprile 2011, tra il 72enne Mario Notaro, ritenuto vicino al sodalizio mafioso dei Coluccia ed un ingegnere, si farebbe riferimento all'allestimento di un ufficio di rappresentanza per un personaggio di spicco della politica salentina.
In un'altra informativa della GdF, invece, risulterebbero le modalità di acquisto di un'abitazione adibita a "casa di appuntamento" e lo sfruttamento della prostituzione a Galatina. Protagonista della vicenda sarebbe l'81enne Carlo Palumbo, considerato uno dei promotori, organizzatori e finanziatori delle attività illecite del clan. Egli avrebbe messo un immobile ( frutto anch'esso della sua partecipazione alle aste giudiziarie)," a disposizione tre donne", per offrire prestazioni sessuali a potenziali clienti tra, cui risulterebbero alcuni "prescelti", come un assistente amministrativo di un istituto scolastico ed un carabiniere.
