Avrebbe ripetutamente malmenato la moglie, anche in presenza dei figli piccoli, ed un marito violento è stato condannato a 3 anni di reclusione.
Il giudice monocratico Alessandra Sermarini ha ritenuto, il 47enne di Veglie, C.D. colpevole del reato di maltrattamenti aggravati. In precedenza, il vpo d’udienza Antonio Zito ha invocato anch’egli 3 anni di reclusione. La vittima non si è costituita parte civile.
Le indagini
Il 47enne di Veglie alla chiusura delle indagini preliminari a firma del pubblico ministero Carmen Ruggiero, venne accusato di ripetuti maltrattamenti a danno della moglie, consistenti in schiaffi, pugni, insulti di vario tipo, alla presenza dei figli minorenni. Non solo, poiché il marito violento l’avrebbe umiliata con condotte denigratorie, “quali l’offerta di denaro, sollecitando in cambio il compimento di rapporti sessuali“. Inoltre, l’uomo avrebbe controllato i suoi spostamenti e i contatti telefonici.
In un’altra occasione C.D. avrebbe simulato il suicidio, allorché la moglie si allontanava da casa con la figlia; al loro rientro avrebbe sfondato la porta della stanza della ragazza, danneggiando vari suppellettili. Così facendo, avrebbe costretto i familiari a vivere nella parte inferiore della casa. Nonostante ciò, avrebbe continuato a importunarli, con comportamenti aggressivi ed autoritari. Gli episodi di violenza si sarebbero consumati in un arco di tempo che andava dal dicembre del 2014, ad ottobre del 2016.
C.D. venne anche raggiunto da un provvedimento di “allontanamento dalla casa familiare”.
L’imputato è assistito dall’avvocato Gianluca Coluccia.
