Morì in un incidente sul lavoro ad Ugento: il fratello condannato a 2 anni

Il giudice della prima sezione monocratica ha inflitto una pena di 2 anni per il 61enne di Ugento Aldo Colitti con l’accusa di omicidio colposo. L’uomo è stato ritenuto responsabile della ‘morte bianca’ del fratello Giovanni, avvenuta il 21 luglio del 2011.

Morì in un incidente sul lavoro e, nelle scorse ore, il Tribunale di Lecce ha condannato il fratello della vittima. Il giudice Sergio Tosi della prima sezione monocratica ha inflitto una pena di 2 anni (il minimo previsto dalle legge) per il 61enne di Ugento Aldo Colitti, con l'accusa di omicidio colposo. Egli è stato così ritenuto responsabile della "morte bianca" del fratello Giovanni Colitti di 53 anni. Il vpo d'udienza Antonio Zito aveva invocato anch'egli una pena di 2 anni per l'imputato.
 
In base a quanto accertato dagli uomini dello Spesaò, i due fratelli erano titolari di autonoma ditta, ma cointestatari del piazzale con il deposito dove avvenne l'incidente, in via degli Acquarelli ad Ugento. Secondo il sostituto procuratore Paola Guglielmi, il fratello più grande, titolare dell'azienda "Edilizia di Colitti Aldo" e datore di lavoro di Giovanni, avrebbe causato la sua morte per un'inosservanza delle norme di sicurezza sul lavoro. Invece, il difensore di Aldo Colitti, l'avvocato Paola Scarcia, ha chiesto la sua assoluzione, non ritenendolo responsabile della morte del fratello. Giovanni sarebbe morto sul posto di lavoro per cause imprevedibili e indipendenti da regole organizzative.
 
Nelle prime ore del mattino (erano da poco passate le sei) di quel 21 luglio 2011, tre operai, tra cui anche Giovanni Colitti, stavano lavorando al posizionamento di blocchi in pietra e calcestruzzo (alti circa un metro e cinquanta e larghi due), ad una distanza di 70 cm circa l'uno dall'altro. Uno dei tre operai si trovava alla guida di un mezzo cingolato, mentre gli altri due, da terra, stavano rifinendo l'operazione manualmente. Ciò, secondo l'accusa, sarebbe avvenuto in violazione delle norme che disciplinano i luoghi di lavoro. Accadde poi, che un quarto blocco si piegò, creando una sorta di effetto domino e schiacciando il povero Colitti.
 
L'uomo morì per un grave trauma cranico, mentre l'altro operaio sarebbe riuscì ad evitarlo all'ultimo momento e si trasse in salvo.
 
Gli operai presenti nel cantiere cercarono vanamente di soccorrere il titolare. Immediati i soccorsi dei sanitari del 118, che non poterono che constatare il decesso. Sul posto intervennero anche i carabinieri della Compagnia di Casarano e i tecnici dello Spesal.



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