Non ci sarebbe alcun collegamento tra la malattia contratta e l'esposizione ad agenti potenzialmente tossici sul posto di lavoro. È quello che emerge dalla sentenza che ha assolto con formula piena, "perché il fatto non sussiste", Cosimo Damiano Romano, titolare della jeanseria Meltin’pot, assistito dall’avvocato Andrea Sambati.
Il 76enne di Matino era accusato di lesioni colpose gravissime ai danni di un proprio dipendente, ma il giudice Sergio Tosi non ha accolto la richiesta di condanna ad un anno, formulata dal vice procuratore onorario) di udienza. La Procura di Lecce contestava al titolare della Meltin’pot, di avere avuto responsabilità nella vicenda di un operaio di 43 anni, anch'egli di Matino, costituitosi parte civile e difeso dall’avvocato Massimo Romano.
L’operaio era impiegato presso la sua azienda ed avrebbe, secondo l'accusa, contratto il morbo di Parkinson a causa dell’esposizione al permanganato di potassio. A far luce sulla vicenda, permettendo a Romano di ottenere l'assoluzione, ci sarebbe la perizia disposta dal giudice nel corso del processo e redatta dai medici Franco Faggiano e Silvio Colonna. Per i consulenti del Tribunale "l'esposizione al permanganato di potassio non sussiste".
L’indagine era stata avviata dal sostituto procuratore Paola Guglielmi, grazie ad una segnalazione dell’Inail, inviata dopo che il dipendente aveva contratto la malattia nel 2010. I medici dello Spesal assieme ai colleghi del “Centro Parkinson” di Milano, incaricati dalla Procura di effettuare accertamenti avrebbero individuato un nesso tra la malattia e il tipo di mansioni dell'operaio. Il 43enne di Matino che aveva lavorato alla fabbrica della Meltin’pot dal 2003 fino all’aprile del 2007 era addetto alla lavorazione dei jeans. Nello specifico, egli era impiegato nelle operazioni di "sabbiatura"; doveva dunque spruzzare una miscela chimica per ottenere la "scoloritura" del denim (il tessuto dei jeans). Tra le sostanze contenute in essa, c'era anche il pergamenato di potassio che in base alla sentenza odierna, non avrebbe avuto alcun ruolo nel successivo manifestarsi del morbo di Parkinson.
