Norman Atlantic. Continua la corsa contro il tempo per salvare i passeggeri. 5 i morti

Si lavora ininterrottamente da ieri per trarre in salvo tutte le persone a bordo del Traghetto della Norman Atlantic. Tratti in salvo quasi 400 passeggeri. Il bilancio dei morti è, invece, salito a cinque

Né la notte né il freddo e le onde imponenti del mare hanno fermato la macchina dei soccorsi che ha lavorato senza sosta per riuscire a portare in salvo tutti i passeggeri del traghetto della Norman Atlantic, partito da Patrasso e diretto ad Ancona, dopo il violentissimo incendio scoppiato a bordo quando si trovava ad una ventina di miglia dalle coste italiane. Le operazioni, coordinate dalla nave San Giorgio della Marina, non si sono mai fermate mentre iniziano a trapelare le prime indiscrezioni sulle cause, ancora tutte da accertare. Forse un corto circuito, forse un problema ad uno dei 128 camion nel garage, alcuni carichi d’olio. 
 
Al momento, sale a 379 il numero delle persone salvate su 478 presenti a bordo, stando a quanto dichiarato dalla Guardia Costiera che aggiorna costantemente su Twitter il bilancio dei soccorsi. Poco più di un centinaio di persone sono riuscite a mettersi in salvo subito prendendo d'assalto le scialuppe di salvataggio, prima che un black-out facesse piombare la nave nel buio e impedisse, di conseguenza, l’attivazione del meccanismo per calare in mare le imbarcazioni soccorso.  
 
Alcuni passeggeri, presi dal panico, si sono addirittura gettati nelle fredde acque del Mediterraneo per scappare dalle fiamme. «Aiutateci – avrebbero urlato – qui bruciamo come topi». Uno di questi Georghios Doulis, passeggero greco, sarebbe morto proprio nel tentativo di abbandonare la nave buttandosi in mare. Il suo corpo era stato recuperato e trasferito con una motovedetta ieri sera a Brindisi. Un bilancio, purtroppo, destinato a salire stando al racconto di un testimone di nazionalità turca che ai giornalisti, appena sceso dalla nave mercantile che lo ha portato, insieme con altri 48 naufraghi, nel porto del capoluogo pugliese avrebbe dichiarato «ho visto quattro persone morte, con i miei occhi, sono sicurissimo, erano davanti a me». Poco dopo, l’ufficialità: altri quattro cadaveri sarebbero stati rinvenuti in acqua alle prime luci dell’alba stando alle dichiarazioni del ministro della Marina mercantile greca, Miltiadis Varvisiotis, poi confermate dal premier Matteo Renzi che ha sottolineato come sia stata evitata un’ecatombe. In effetti, le fiamme divampate velocemente e il fumo hanno rischiato di trasformare il traghetto in una bara d’acciaio infuocata per centinaia di persone.
 
Intanto, proseguono le operazioni di accoglienza dei naufraghi. La Prefettura di Lecce fin dalle prime ore di ieri mattina sta seguendo in contatto con la capitaneria di Porto di Gallipoli, passo dopo passo, l’andamento delle operazioni di salvataggio. 50 passeggeri giunti presso l’aeroporto di Galatina, sono stati ricoverati nelle strutture sanitarie provinciali, individuate dal coordinamento del 118 e sono in attesa di dimissioni. Per i cittadini ellenici, l’ambasciata Greca ha predisposto un volo aereo per il rimpatrio. Per gli altri a cui si sono aggiunti altri 12 naufraghi, dopo le cure sanitarie presso gli Ospedali  del Salento è stato disposto il trasferimento a cura della croce rossa di Lecce presso la struttura dei Frati Minori di Copertino che li accoglierà giusto il tempo di individuare, da parte della compagnia di navigazione, gli alberghi destinati ad ospitarli.  
 
La procura di Bari, insieme a quella di Lecce ha aperto un’inchiesta sull’incidente. Il reato dovrebbe essere disastro colposo, ma va definita ancora la competenza territoriale. Un’inchiesta è stata aperta anche dalla procura di Brindisi.



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