Che con la bella stagione ci sarebbe stato un incrementarsi dei flussi migratori lo si era ormai capito. Del resto, i timori degli operatori sanitari e di primo soccorso, raccolti nei precedenti analoghi, avevano ragion d’essere quando, già lo scorso 12 giugno, non si avvertiva più di tanto stupore per gli allora 652 “passeggeri” giunti a Brindisi a bordo del rimorchiatore d’altura svedese Siem Pilot.
Pressoché raddoppiati i numeri, quest’oggi, con l’arrivo di ben 1286 persone (990 uomini, 220 donne e 76 minori di cui molti non accompagnati) sbarcate dall’unità di rifornimento tedesca “Frankfurt am Main” sulle banchine interne del porto messapico, l’equivalente, insomma, della popolazione di un piccolo comune salentino come i tanti che costellano il nostro territorio.
Già attivata nei giorni scorsi, con una riunione tenutasi presso la Prefettura di Brindisi, la macchina organizzativa per affrontare questa nuova emergenza che, ancora una volta, si ripresenta inesorabilmente sul far di un’estate che, causa condizioni meteorologiche non proprio favorevoli, tarda a entrare nel vivo con le conseguenti ripercussioni economiche che ne possono derivare, in modo particolare per quel che riguarda il settore turistico, ormai prima fonte di reddito per gran parte del nostro territorio in questo specifico periodo dell’anno.
Sebbene, al contrario degli episodi passati, questa volta, i migranti non resteranno in Puglia ma, dopo essere stati identificati, saranno immediatamente trasferiti presso i centri di accoglienza preposti in altre regioni italiane, non sono mancate le prime reazioni sul piano politico, prime fra tutte quelle degli esponenti locali del movimento “Noi con Salvini”. «Non possiamo più subire passivamente – afferma Annarita Tateo, coordinatrice provinciale del movimento per Brindisi e Provincia – la politica sull’immigrazione deve cambiare. Non è possibile che vengano spese ingenti somme per l’accoglienza se poi non si ottimizzano le procedure di riconoscimento, anche perché – prosegue – se è vero che questa gente sarà immediatamente identificata, si dovrebbero già conoscere i nomi di coloro che hanno realmente bisogno di accoglienza e di quelli che, invece, devono essere rimpatriati mentre, come sempre accade, saranno tutti smistati indistintamente qui e lì per il nostro Paese».
A farle da eco, infine, le parole del suo corrispettivo per la provincia di Lecce, Leonardo Calò, che, in una nota a metà fra l’amaro e il sarcastico rilasciata su facebook, sottolinea come ormai, in Italia «esportiamo cervelli, professionalità e affetti per importare “risorse”».
Luca Nigro
