Il «senso del dovere» è un sentimento che chi indossa una divisa ha cucito addosso. E come tutti i sentimenti non è nulla senza “anima”, senza umanità. Lo hanno dimostrato i poliziotti del Commissariato di Galatina che, dopo aver risposto ad una chiamata di ‘lavoro’, un servizio come tanti per soccorrere una donna colta da malore, hanno risposto anche alla voce del cuore. Quella silenziosa che ti spinge a fare del bene.
Ma andiamo con ordine. Tutto è cominciato il 3 maggio, in piena emergenza da Covid19. Nel primo pomeriggio di quel giorno, gli agenti si sono presentati in casa di una donna che aveva chiesto aiuto dopo un malore. Nulla di strano, può capitare di non sentirsi bene e, spaventati, di comporre il 113 per chiedere una mano. Una volta entrati nell’abitazione, a catturare l’attenzione degli uomini in divisa è stata la figlia della donna. Una bambina di soli 9 anni, ipovedente. La piccola che, non si era resa conto di quello che era appena accadendo in casa, stava seguendo la lezione online, come impone la didattica a distanza, su un vecchio telefono. Un cellulare datato che era costretta a tenere vicino, troppo vicino, agli occhi a causa della sua patologia.
Una scena che non poteva spegnersi nel silenzio. I poliziotti della pattuglia, toccati da quella bambina, hanno dato il via ad una raccolta fondi. E con il ricavato hanno acquistato un computer di ultima generazione da offrire in dono alla famiglia della bambina. La piccola potrà ora seguire le video-lezioni stringendo tra le mani questo pc nuovo di zecca donato dai suoi ‘angeli’ in divisa.
La famiglia della bambina, commossa per il gesto, ha voluto ringraziare i due ispettori della Polizia di Stato, promotori dell’iniziativa, che hanno personalmente recapitato il notebook.
Non solo, hanno voluto scrivere una commovente lettera piena di gratitudine e riconoscenza al Questore diLecce ed al Dirigente del Commissariato di Galatina.