Porto Cesareo, operazione contro l’ormeggio abusivo. Sequestrate quattro imbarcazioni

L’azione è stata condotta dall’Ufficio Locale Marittimo Torre Cesarea diretto dal comandante Antonio Cipriano Trisolini, dalla locale stazione dei Carabinieri diretta dal maresciallo Vincenzo Caliandro e dalla Polizia Municipale della città guidata dal Comandante Romolo Peluso.

Continuano le attività sinergiche di controllo e tutela ambientale, lungo la costa Jonica di Porto Cesareo. Un’importante operazione di polizia marittima, a contrasto dell’abusivismo e dell’ormeggio in mare non regolarizzato, si è svolta in tutta la giornata di ieri, nelle acque della marineria, precisamente nell’insenatura denominata “La Strea” e spiagge site nel centro di Porto Cesareo.

L’azione è stata condotta dall’Ufficio Locale Marittimo Torre Cesarea diretto dal comandante Antonio Cipriano Trisolini, dalla locale stazione dei Carabinieri diretta dal maresciallo Vincenzo Caliandro e dalla Polizia Municipale della città guidata dal Comandante Romolo Peluso, con l’importante supporto logistico del personale dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo, guidata dal presidente del Consorzio Remì Calasso e dal direttore Amp Paolo D’Ambrosio.

Oggetto dell’intervento, come detto, è stato l’ormeggio abusivo (corpo morto e cime di attracco) che si configura come occupazione abusiva di demanio marittimo, reato punito penalmente ai sensi degli articoli 54 e 1.161 del Codice della Navigazione. In circa otto ore di attività e di intenso lavoro, preceduto da un’attenta attività di monitoraggio, i militari e gli operatori dell’Amp hanno setacciato ben 25 ettari di acque di balneazione, rimuovendo 83 gavitelli e sottoponendo a sequestro 4 imbarcazioni di varia grandezza.

Questo intervento, che si inserisce all’interno della continuazione dell’intesa attività in corso ormai da mesi, e che prevede la totale bonifica del territorio Costa e Parco, ha consentito di restituire alla libera balneazione un delicato e significativo tratto di territorio, scongiurando pericoli per i bagnanti e l’insostenibile fenomeno dell’ormeggio abusivo che, ormai da decenni, attanagliava come una piaga questo tratto di cordone costiero basso roccioso e sabbioso. 



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