Presunte tangenti per la realizzazione del filobus? Massimo Buonerba finisce sotto processo

Il 65enne leccese, che all’epoca dell’aggiudicazione dei lavori ricopriva l’incarico di consulente giuridico del sindaco Adriana Poli Bortone, dovrà presentarsi il prossimo 5 giugno per l’inizio del processo.

Finisce sotto processo il professore Massimo Buonerba, a seguito dell'inchiesta sulle presunte tangenti per la realizzazione del filobus.
  
Al termine dell'udienza preliminare, il gup Giovanni Gallo ha dunque rinviato a giudizio l'unico imputato che  dovrà presentarsi il prossimo 5 giugno per l'inizio del processo, innanzi ai giudici della seconda sezione collegiale. Il suo difensore, l'avvocato Sabrina Conte, ha prospettato una questione d'incompetenza territoriale sulla scorta di una corposa memoria difensiva. I presunti reati contestati sarebbero stati commessi a Roma.
  
Il 65enne leccese, Massimo Buonerba risponde del reato di "induzione indebita a dare o promettere utilità". Questi all’epoca dell’aggiudicazione dei lavori ricopriva l’incarico di consulente giuridico del sindaco Adriana Poli Bortone. Nella scorsa udienza, il Comune di Lecce si è costituito parte civile attraverso l'avvocato Tiziana Bello, invocando un risarcimento di 659.520 euro per il danno patrimoniale e di 1.000.000 di euro per quello morale. Nell'atto, si ritiene quella del filobus un'opera pubblica che"rappresenta per l'amministrazione comunale, un danno con effetti permanenti, giacché del tutto inadeguata rispetto alle esigenze della città e  pressoché inutilizzata dalla popolazione".
  
Anche Giordano Franceschini, 49 anni, di Perugia, progettista del filobus e suo grande accusatore, si è costituito parte civile, con i legali Andrea Sambati e David Brunelli. Ricordiamo che la Procura di Lecce, ha stralciato la posizione di Franceschini, Nei suoi confronti, il procuratore aggiunto Antonio De Donno ipotizzava inizialmente l’accusa di truffa aggravata, ma il procedimento si avvia verso l'archiviazione.
  
L'inchiesta coordinata dal procuratore Capo Cataldo Motta e dall’aggiunto Antonio De Donno è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria.
  
Secondo l'accusa, Buonerba avrebbe indotto Franceschini a "promettergli indebitamente" di versare la somma complessiva di 659.520, in cambio dell’incarico di direttore dei lavori: 186 mila euro, subito dopo l’aggiudicazione dei lavori della ditta Ati (la scelta sarebbe stata delegata da Buonerba  a Franceschini), tra il 31 agosto del 2005 e il 14 febbraio del 2006. Le altre tangenti, per un totale di 473.520 euro però, sarebbero state versate in diverse tranche, anche quando il professore leccese non ricopriva più lincarico di consulente del sindaco, in un arco temporale che andava dal 2006 al 2009.
  
Ricordiamo che l'indagine leccese rappresenta soltanto uno dei due tronconi da cui è composta l'intera vicenda giudiziaria. Nei mesi scorsi, difatti, l’inchiesta sul filobus si è sdoppiata e alcuni atti sono stati inviati alla Procura di Milano, con tutti i nomi degli indagati accusati di riciclaggio. Gli inquirenti hanno individuato quest'ipotesi di reato, accertando passaggi di denaro, frutto di tangenti. In tal senso, sono stati sequestrati dai colleghi svizzeri che indagavano sui "flussi sospetti", circa 2 milioni e 800 mila euro depositati in banche elvetiche.
  
Nel registro degli indagati compaiono: Massimo Buonerba, Giordano Franceschini, Federico De Vittori, faccendiere di Lugano; Angelo, Renata e Olivier Ferrari di Porto Ceresio; Nicoletta Messina, compagna di quest'ultimo; Giorgio Zoboli, imprenditore di Bologna; Roberto Buonerba, figlio del professore; gli imprenditori umbri Giampiero Della Massa e Dario Fabbriciani.



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