A nove anni di distanza dalla prima udienza, si è concluso nel primo pomeriggio di oggi, il processo a carico di quattro imputati accusati di “strozzinaggio” nel Basso Salento.
Il collegio della prima sezione penale ha assolto nel merito, “perché il fatto non sussiste”: Ennio Dantes, 67 anni, imprenditore di San Cesario e Maurizio Sciolti, 59 anni, di Strudà, assistiti dagli avvocati Luigi Covella e Francesco Spagnolo. I giudici hanno inoltre, dichiarato l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione, nei confronti di Brunò Calò e Salvatore Cavalera, rispettivamente 52 e 69 anni, entrambi di Nardò. I due imputati sono difesi dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Donato Mellone.
In precedenza, il pm d’udienza Emilio Arnesano ha invocato una condanna a 5 anni per ciascuno di essi. La presunta parte offesa si è costituita parte civile con i legali Fedele Rigliaco e Donato Rocco Rizzo.
A favore di Dantes, inoltre, i giudici hanno disposto la restituzione dei beni sequestrati dalla Procura Antimafia nel 2007, quando l’imprenditore fu arrestato e ristretto ai domiciliari. Il patrimonio venne stimato per un valore di circa un milione di euro.
I fatti contestati
I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2001 ed il 2003. Secondo l’accusa, i quattro imputati avrebbero prestato svariate somme di denaro con tassi usurari ad un grossista di carni del Basso Salento. Il denaro serviva all’acquisto di un capannone in cui potere ampliare la propria attività.
Vennero contestati a Dantes, ben 40 prestiti a tassi usurari con percentuali dal 23 al 52 per cento. Invece, oscillavano dal 30 al 38 per cento, i sei presunti prestiti di Calò e Cavalera e del 120 per cento, l’unico di cui rispondeva Sciolti.
Occorre ricordare che il processo si sarebbe dovuto discutere diverso tempo fa, ma dopo 26 udienze, il processo è dovuto ripartire da zero, poiché un giudice si è dichiarato incompatibile avendo fatto parte del collegio che dispose il sequestro.
