Presunto voto di scambio alle Regionali, Blasi rilascia dichiarazioni spontanee

Blasi aveva chiesto di essere ascoltato per difendersi dalle accuse contenute nell’esposto anonimo depositato in Procura. L’ex segretario regionale Pd ha negato ogni addebito in merito ai presunti voti ‘indirizzati verso di lui’ dai dipendenti del Arif.

Si è svolto nella mattinata odierna, l'incontro tra il consigliere regionale Sergio Blasi e i militari della Guardia di Finanza, al fine di chiarire la posizione del politico salentino, nell'ambito dell'indagine sul presunto voto di scambio, in vista  delle elezioni regionali del 31 maggio scorso.
 
Blasi aveva chiesto di essere ascoltato per difendersi dalle accuse, contenute nell'esposto anonimo depositato in Procura il 2 luglio scorso e finito nelle mani del Pubblico Ministero Antonio De Donno.
 
A partire dalle 11.30 e per circa un'ora e mezzo, Sergio Blasi, alla presenza del proprio legale, Paola Vestito ha rilasciato dichiarazioni spontanee, dinnanzi al comandante del Nucleo di Polizia Tributaria della Gdf di Lecce, colonnello Nicola De Santis, delegato dal sostituto procuratore De Donno. È stata fornita agli investigatori anche un'articolata documentazione a sostegno di quanto affermato nel corso dell'incontro.
 
L'ex segretario regionale del Pd ha negato fermamente ogni addebito in merito ai presunti voti "indirizzati" verso di lui dai dipendenti del Arif (l’Agenzia attività irrigue e forestali) che fa  capo alla Regione Puglia; alla base di questa sospetta confluenza di voti ci sarebbe stato, secondo quanto sostenuto nell'esposto anonimo, un accordo con il direttore dell'agenzia Giuseppe Taurino, considerato il "deus ex machina" dell'operazione. Taurino avrebbe favorito Blasi nella corsa all'elezione per il Consiglio Regionale, poiché quest'ultimo l'avrebbe precedentemente favorito nella nomina a direttore dell'Arif.
 
Blasi ha smentito ogni accusa sottolineando come fosse impossibile che una sola persona, seppure nelle vesti di segretario regionale del Partito Democratico, potesse influenzare la decisone dell'intera Giunta Regionale. Infatti, Taurino per potere diventare Direttore dell'Arif ha superato un concorso pubblico indetto dalla Regione Puglia.
 
A mettere in moto l'inchiesta, per la quale non ci sono al momento indagati, un esposto presentato da persone che sostengono di essere state assunte nell’Arif, a partire da febbraio e di essere, poi, state “congedate” ad elezioni terminate.
 
La denuncia presenterebbe l'elenco delle 250 assunzioni che riguarderebbero esclusivamente salentini originari di vari comuni tra cui Trepuzzi, Lecce, Nardò, Galatina, Squinzano, Tricase.
 
L'esposto tirerebbe direttamente in ballo Giuseppe Taurino e Sergio Blasi. Il primo, avrebbe organizzato una serie di riunioni con i dipendenti, sottolineando come il candidato da sostenere in vista delle elezioni regionali fosse l’ex sindaco di Melpignano. Viene dunque rimarcato come il direttore dell'agenzia abbia utilizzato una struttura pubblica per favorire i suoi affari "privati".
 
L'esposto fornirebbe anche dettagli sull'agenzia interinale incaricata delle assunzioni. Infine, viene sottolineato come il paese da cui provenivano la maggior parte dei neo-assunti (ben 108 su 250) con chiamata diretta fosse Trepuzzi; i denuncianti mettono in evidenza che non si tratterebbe di una casualità, considerando che Taurino è originario di Trepuzzi e che egli nella città del Nord Salento possiede un notevole potere.
 
Sergio Blasi, infine, per voce del proprio avvocato Paola Vestito ha affermato che "Confida che la Giustizia possa dimostrare la sua totale estraneità alle accuse rivoltegli e che si arrivi, dunque,  all'archiviazione dell'indagine. Egli però, pur  rimarcando l'assoluta infondatezza delle accuse, deve constatare come, questi addebiti avanzati nell'esposto da un gruppo di persone intenzionate a danneggiarlo politicamente, abbiano ottenuto il risultato da loro sperato: la sua esclusione dalla Giunta Regionale, nonostante fosse il primo, per numero di voti, in tutta Italia".



In questo articolo: