Tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, 57enne a processo con l’abbreviato. Tra le vittime anche un Sindaco

L’indagine dei militari dell’Arma prese il via a luglio del 2024, quando il primo cittadino si  rivolse ai Carabinieri.

Sarà giudicato con il rito abbreviato, Biagio Manni, 57enne di Melissano, accusato di estorsione e tentata estorsione, aggravate dal metodo mafioso, ai  danni di commercianti, imprenditori e del sindaco. L’uomo, per questi episodi, è in carcere da dicembre scorso.

Questa mattina, il gup Marcello Rizzo, accogliendo l’istanza della difesa, ha fissato la data del processo con rito abbreviato che verrà discusso il 25 giugno. In precedenza, Manni era stato raggiunto dal decreto di giudizio immediato a firma del gip Maria Francesca Mariano.

L’imputato è difeso dagli avvocati Silvio e Giorgio Caroli.

Il sindaco non si è costituito parte civile, poiché in base a recenti pronunciamenti della Cassazione, per questo tipo di pronunciamenti, l’atto sarebbe ritenuto inammissibile. Anche le altre persone offese, ma per ragioni differenti, non si sono costituite parte civile.

L’inchiesta prese il via dalla denuncia del “primo cittadino” di Melissano, Alessandro Conte, che dopo aver ricevuto da Manni la richiesta di consegnare 500 euro per le famiglie dei carcerati, si rivolse, nel luglio del 2024, alle forze dell’ordine.

I Carabinieri  del Comando provinciale di Lecce, insieme ai colleghi della Compagnia di Casarano, dopo una serie di accertamenti investigativi, arrestarono nel dicembre scorso, il pregiudicato. Biagio Manni, 57enne di Melissano, mentre si trovava a passeggio per il paese.

L’ordinanza di custodia cautelare venne emessa dal gip Mariano, su richiesta del pm Maria Vallefuoco.

In base a quanto riferito dal sindaco ai carabinieri, mentre si trovava con altre persone in un bar del paese, venne avvicinato da un pregiudicato di Melissano che nell’imminenza di una sagra organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Comune, gli aveva chiesto 500 euro come “regalo” per lui e per le famiglie di detenuti in carcere. E Manni rivelò anche l’intenzione di voler acquisire, tramite l’imposizione del “pizzo”, il controllo degli eventi culturali organizzati da amministrazione comunale e associazioni del luogo, compresa la festa patronale.

Il sindaco non esitò a denunciare le richieste estorsive ai carabinieri.

L’indagine portò alla luce, una serie di estorsioni ai commercianti del posto, con la pretesa  di somme di denaro tra i 20 ed i 100 euro.

In altri casi, Biagio Manni pretendeva biglietti omaggio per le varie manifestazioni cittadine, inoltre si presentava più volte al giorno nei bar e negozi del paese per consumare bevande o fare acquisti senza avere soldi per pagare il conto.

E nel settembre dello scorso anno, il 57enne si presentò da una delle vittime per chiedere il  “pizzo” di cento euro, con l’avvertimento che quei soldi servivano per mantenere ventuno detenuti in carcere.

Manni non sapeva, però, che i carabinieri stavano registrando le fasi dell’incontro, acquisendo le immagini, grazie alle telecamere di videosorveglianza installate nel negozio.



In questo articolo: