Dopo l'udienza di martedì scorso, il collegio giudicante del Tribunale del Riesame presieduto da Pasquale Sansonetti ha sciolto le riserve in merito alla richiesta di dissequestro di una parte dello stabilimento di “Punta della Suina”, rigettando l'istanza avanzata dagli avvocati. I legali della Its s.r.l., la società che amministra il lido, Danilo Lorenzo, Stefano Chiriatti e Luigi Covella chiedevano che venissero annullati i provvedimenti di sequestro preventivo emanati dal Gip Antonia Martalò in due diverse fasi, impugnando l'ordinanza. Essi ritenevano, come evidenziato durante la discussione in aula, producendo alcuni nuovi documenti ed una consulenza, che l’impianto fognario (nella seconda operazione, erano state sequestrate tre fosse biologiche)esistesse già dagli anni ’80.
Per quanto concerne lo sbancamento delle dune (tra le cause del primo sequestro) è stato evidenziato anche tramite indagini difensive, come si sarebbe trattato di un’attività autorizzata.
Il sostituto procuratore Emilio Arnesano, titolare dell'inchiesta ha ribadito, invece, davanti ai giudici che il sequestro ha riguardato solo una parte dello stabilimento dove sono state rilevate irregolarità; egli ha dunque sottolineato come la Procura non abbia interferito con la regolare attività del lido, che non si è mai fermata, permettendo di continuare a far lavorare i dipendenti "a rischio".
Ricordiamo che il pm aveva prima disposto la convalida per una area di circa 200 metri quadrati di cordoni dunali; qui, secondo quanto ipotizzato dal sostituto procuratore Emilio Arnesano,i titolari del lido avrebbero effettuato attività di sbancamento e gli scogli sarebbero stati distrutti e raschiati. Invece, in data 1 luglio, era stato convalidato il sequestro preventivo di un'altra parte del lido, di circa 5mila metri quadrati. Si trattava di zone demaniali, tra cui un'isolotto e tre fosse biologiche a servizio dei bagni sistemati sulle pedane di legno, utilizzate dallo stabilimento.
Inoltre, i sigilli hanno riguardato numerose attrezzature per la balneazione, in quanto insistenti su aree demaniali non in concessione, che di fatto precludevano la libera fruibilità dell’arenile e di parte della scogliera.
Nel registro degli indagati è stato iscritto il nome del legale rappresentante dell'Its che gestisce il lido, con l’accusa di deturpamento delle bellezze naturali in relazione al presunto livellamento di scogli e dune. Gli avvocati difensori nelle settimane scorse avevano presentato una consulenza tecnica.
Quest'ultima, prodotta dall'ingegnere Antonio Vernaleone, attesterebbe come "lo stato dei luoghi è incompatibile con un intervento dell'uomo", ragion per cui, sul bellissimo litorale dalle splendide dune sabbiose e la presenza di una fitta macchia mediterranea, non sarebbero state apportate alcune azioni tese a modificare il paesaggio né tanto meno a deturparlo.
In ogni caso, l’attività della struttura intanto prosegue regolarmente, garantendo l’accesso allo stabilimento ed ai servizi da esso offerti.
