Rapinano una gioielleria di Matera e dopo il colpo incendiano l’auto rubata a Lecce, preso un componente della banda

Per uno dei componenti della banda che rapinò una gioielleria del centro commerciale Mongolfiera di Matera si sono aperte le porte del Carcere di Brindisi.

Era il 29 agosto, quando una banda prese di mira una gioielleria del centro commerciale di Matera. Il modus operandi dei malviventi creò non poca preoccupazione nell’opinione pubblica, “scossa” e allarmata dalle modalità utilizzate per mettere a segno il colpo.

Sembrava un film, ma era tutto reale. I rapinatori si presentarono nell’oreficeria indossando delle tute bianche. Sul volto avevano un passamontagna per non essere riconosciuti. I ruoli di ciascun componente erano ben distinti: mentre uno con un’arma lunga automatica, forse un kalashnikov, minacciava la commessa ed alcuni clienti, facendoli sdraiare a terra, gli altri due forzavano i cassetti di esposizione.

Bottino in mano – circa un chilo di oro – riuscirono a guadagnarsi la via di fuga e per non lasciare nessuna traccia bruciarono l’auto utilizzata per il colpo, risultata rubata qualche settimana prima in provincia di Lecce. Era una Fiat Grande Punto, condotta da un complice.

Era stato ‘studiato’ tutto nei minimi particolari per mantenere l’anonimato, ma gli uomini in divisa scesi per fare chiarezza sono riusciti a dare un volto e un nome ad uno degli autori. Si tratta di Silvio Guadalupi, 25enne di Brindisi.

Alle prime ore di questa mattina, i Carabinieri del Comando Provinciale di Matera, supportati dai colleghi del Comando Provinciale di Brindisi, hanno bussato alla porta della sua abitazione, a Brindisi, per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Matera su richiesta di quella Procura, nei suoi confronti. Ancora senza nome i suoi complici, ma le indagini continuano.

Ecco cosa lo ha tradito

A tradire il 25enne è stato il traffico veicolare. I militari dell’arma sono riusciti a confermare la presenza del giovane nella Città dei Sassi sia il giorno della rapina che la domenica precedente, quando, molto probabilmente, era andato a Matera per un sopralluogo del negozio.

Non solo. Gli accentramenti hanno permesso di scoprire un secondo mezzo, un van Ford a 9 posti, condotto da un complice e utilizzato per scappare una volta appiccato il fuoco alla Fiat Grande Punto.

Il van, risultato noleggiato proprio da Guadalupi, rappresentava un mezzo sicuro per i rapinatori, in quanto diverso da quello utilizzato per allontanarsi dal luogo della rapina e, comunque, non rientrante nella categoria dei veicoli in genere utilizzati per commettere tali reati.

Le indagini, disposte dalla Procura di Matera, hanno consentito di raccogliere altre prove che poi hanno incastrato il brindisino.

Una volta concluse le formalità di rito, per il 25enne si sono aperte le porte del Carcere di Brindisi. Dovrà rispondere di concorso in rapina aggravata continuata, ricettazione e porto abusivo di armi da fuoco.



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