Rapinarono e aggredirono in casa anziano di Galatone, due arresti all’alba

Avrebbero un volto e un nome gli uomini che hanno rapinato, usando violenza, l’anziano di Galatone nella sua abitazione la sera del 24 aprile. Intense le indagini dei militari della Compagnia di Gallipoli al fine di arrivare all’epilogo odierno che vede i domiciliari per due.

Non è stato certo facile per gli uomini della Compagnia di Gallipoli guidati dal Comandante Michele Maselli risalire agli autori della violenta rapina avvenuta nella notte tra il 24 e 25 aprile, in casa di un anziano 86enne di Galatone. Come non è stato semplice mettere insieme tutti i pezzi del puzzle che, una volta completato, hanno portato all’arresto del 30enne, Sebastiano Zambonini e di Andrea Calamaio che di anni, invece, ne ha 40. I due, entrambi di Galatone e volti noti alle forze dell’ordine sono finiti ai domiciliari in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip di Lecce.
 
Per capire come i carabinieri della città bella, insieme ai colleghi di Galatone, siano riusciti ad arrivare a loro è necessario fare un passo indietro e ricostruire quella tragica notte in cui l’anziano galatinese, subita la rapina, aveva chiesto aiuto. Stando al racconto del malcapitato, infatti, gli allora ignoti malfattori si erano introdotti nella sua abitazione con il volto coperto da un passamontagna  e avevano portato via, con metodi non proprio civili, circa 400euro in contanti oltre che alcuni libretti postali.  Nella fuga avevano persino incrociato una pattuglia di un istituto di vigilanza, ma erano riusciti comunque a farla franca ‘grazie’ ad un piede di porco che non avevano esitato a lanciare per guadagnare terreno e dileguarsi così a piedi nelle stradine circostanti.
 
Era solo una questione di tempo, però. Il cerchio si sarebbe presto chiuso perché nella casa sottoposta a razzia era avvenuto qualcosa di inaspettato, un imprevisto che è stato poi determinante ai fini delle indagini: uno dei rapinatori, infatti, era rimasto ferito. Già, perché l’anziana vittima – come vuole il racconto fatto ai carabinieri di quei terribili e concitati momenti – non si è fatta trovare impreparata, anzi. I rumori che aveva udito nel cuore della notte altro non potevano essere che un tentativo di scasso, così era uscito sulla veranda portando con sé un coltello da cucina, l’unica arma ‘improvvisata’ sul momento con la quale potersi difendere. A causa del buio della notte, però, Zambonini che sicuramente non si era accorto che il malcapitato impugnava un coltello, ha tentato di spintonare con violenza l’anziano in casa procurandosi un profondo taglio al collo dal quale aveva subito cominciato a sgorgare sangue.  
 
La vittima era stata poi portata con forza nella camera da letto dove il 30enne – che nel frattempo continuava a sanguinare –  lo aveva tenuto fermo contro la spalliera del letto provocandogli vistosi ematomi e contusioni. Il tutto, per dare la possibilità al complice di mettere a soqquadro la casa alla ricerca di soldi e preziosi che, in un primo momento, non è riuscito a trovare. A questo punto, non contenti, i due hanno minacciato di morte la vittima (che si è resa conto, dal dialetto utilizzato, che i suoi aguzzini erano della sua stessa cittadina) che, vistasi in quella situazione infernale, alla fine ha ceduto rivelando loro dove poter trovare i 400 euro ed i libretti postali.
Ricostruita quella terribile nottata grazie anche alla testimonianza del diretto protagonista, ai Carabinieri non restava altro da fare se non due cose: uno analizzare le tracce ematiche, anche piuttosto evidenti, lasciate dal rapinatore all’interno dell’abitazione con l’ausilio del personale della sezione rilievi del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce.  Due chiedere a tutti gli Ospedali della zona se qualcuno si fosse presentato con una vistosa ferita di arma da taglio. Una ricerca finita al nosocomio di Galatina, dove accompagnato da familiari e vicini di casa, Zambonini si era presentato con una scusa. L’uomo, infatti, aveva giustificato quella ferita anche in modo piuttosto fantasioso, asserendo di essersi tagliato in una campagna nel tentativo di scavalcare una recinzione. 
 
È stata la prima contraddizione. Gli accertamenti dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, inviati sul luogo indicato, hanno accertato che, mentre nell’abitazione dell’anziano rapinato vi erano numerosissime tracce ematiche, in quella campagna c’era invece pochissimo sangue, di certo non compatibile con una ferita di quel tipo. Capito che di lì a poco sarebbe stato scoperto, e arguito che dalle tracce ematiche ritrovate, i militari sarebbero comunque arrivati a lui il 30enne aveva deciso di confessare la rapina compiuta, senza però rivelare il nome del complice, almeno non direttamente.  Dal cellulare che i carabinieri della Compagnia di Gallipoli avevano posto sotto sequestro, infatti, erano subito emersi dei contatti sospetti con Calamaio tra cui un messaggio, inviato quando già si trovava in ospedale, in cui lo avvisava che i Carabinieri erano arrivati a lui.
 
Ma a completare il quadro è stato un terzo ragazzo di Galatone rintracciato nella rubrica telefonica del 30enne. Sentito a verbale, l’uomo ha raccontato di aver incontrato la sera precedente i due rapinatori e di aver chiesto loro di poter acquistare della sostanza stupefacente. Su loro indicazione li aveva quindi accompagnati nei pressi dell’abitazione della vittima e qui li aveva attesi, aspettando la consegna. In realtà, dopo circa mezz’ora, li aveva visti tornare di corsa e con Zambonini profondamente ferito al collo. Che le sue parole fossero vere, lo ha confermato il ritrovamento di tracce ematiche, repertate all’interno dell’autovettura.
 
Gli elementi così raccolti hanno permesso ai Carabinieri ed alla Dott.ssa Licci, titolare del procedimento penale, di poter richiedere una misura di custodia cautelare, che il GIP, Cazzella emetteva concordando con l’operato della Polizia Giudiziaria. Come detto, questa notte pertanto i due soggetti, sulla base dell’ordinanza, sono stati tratti in arresto e ristretti presso le proprie abitazioni in regime di arresti domiciliari.
 
Avrebbero, così, un volto e un nome, gli autori di una delle rapine in abitazione che si sono connotate per la violenza usata dai malintenzionati, disposti a tutto pur di far bottino.



In questo articolo: