Ricci senza documentazione sanitaria: sequestri e sanzioni per oltre 9mila euro

Una settimana di lavoro intensa per i militari della Guardia Costiera di Gallipoli: al setaccio ristoranti, pescherie e centri di distribuzione di prodotto ittico. Complessivamente 400 ricci di mare sequestrati e oltre 9mila euro di sanzioni amministrative.

Si è appena conclusa una settimana densa di controlli condotti per i militari della Guardia Costiera appartenenti al Compartimento Marittimo di Gallipoli. Operazioni compiute lungo la filiera ittica salentina che hanno prodotti diversi risultati. Le verifiche sono state svolte presso ristoranti, pescherie e centri di distribuzione lungo l'intero territorio salentino. Lo scopo principale resta, ovviamente, sempre lo stesso: salvaguardare la salute del  consumatore nelle varie fasi di acquisto e consumazione dei prodotti ittici. Le principali violazioni accertate riguardano soprattutto l’assenza di documenti o etichette attestanti  la  provenienza del prodotto ittico, venduto presso esercizi commerciali al dettaglio, e di quello detenuto nelle cucine di alcuni ristoranti.
 
I  controlli hanno portato all’elevazione di sanzioni amministrative per un ammontare totale di 9.500 euro ed al sequestro di un quintale circa di pescato, tra cui 400 esemplari di ricci di mare. Questi ultimi, riconosciuti in stato vitale dal medico veterinario intervenuto su chiamata dei militari, sono stati rigettati in mare.
 
E dire che giusto qualche giorno fa, nel capoluogo salentino, gli agenti della Polizia Municipale leccese sequestrarono 220 ricci ancora vivi, successivamente smaltiti nelle acque della marina di San Cataldo.
 
Intorno alla metà di gennaio, invece, un uomo di Nardò venne scovato e filmato dalla Guardia Costiera mentre pescava in via del tutto illegale dei datteri di mare in un’area marina protetta.
 
Stesso discorso per il sequestro – avvenuto sempre a Gennaio ad opera della Guardia Costiera e dei Carabinieri, alle prime luci dell'alba – dei cosiddetti “cetrioli di mare”. Vennero erogate anche in quel caso sanzioni amministrative e per una somma di oltre 1.600 euro.



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