Saranno giudicati con il rito abbreviato i tre imputati nell’ambito dell’inchiesta sulle sentenze pilotate, in cambio di una mazzetta, al Tribunale Civile di Lecce e che portò all’arresto di un giudice onorario.
La prossima udienza è fissata 14 gennaio, dopo che nella giornata di ieri il gup di Potenza ha ammesso il rito alternativo.
Sul banco degli imputati: il got Marcella Scarciglia, 46enne di Veglie (revocata dall’incarico con provvedimento del Csm); il cancelliere Amedeo Donno, 50 anni di Sogliano Cavour (sottoposto, in precedenza, a misura interdittiva di 6 mesi), l’imprenditore 75enne Franco Serra, di Gallipoli.
Invece, sia la moglie che la figlia dell’imprenditore si sono costituite parte civile, nei confronti della Scarciglia e di Serra. Sono assistiti dall’avvocato Luigi Suez.
E nella prossima udienza, verrà dato l’incarico ad un perito per trascrivere le registrazioni fatte dalla parte offesa (il grafologo) con il suo telefonino.
Nei mesi scorsi, il pm Maria Cristina Gargiulo del Tribunale di Potenza ha chiuso le indagini. Dopo ulteriori accertamenti investigativi sono emerse nuove accuse, anche a carico di un imprenditore.
La Scarciglia e Donno rispondono delle ipotesi di reato di concussione. Invece, lo stesso got e l’imprenditore Donno sono accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio.
La prima inchiesta
Il giudice avrebbe richiesto inizialmente la somma indicata di 4.500 euro a un grafologo, con la minaccia di non provvedere a nuovi incarichi e al pagamento delle precedenti spettanze. In seguito, lo avrebbe sollecitato al pagamento, attraverso numerosi messaggi e dandogli appuntamento a casa sua. Dopo la denuncia del grafologo, è così scattato il “piano” per incastrarla. Il perito, in data 12 giugno del 2018, si è recato presso l’abitazione del giudice e ha finto di stare al gioco, mentre gli agenti monitoravano di nascosto tutte le fasi della consegna della “bustarella” con la somma di 1.500 euro. Conclusa la “transazione” sarebbero usciti allo scoperto, facendo scattare l’arresto in flagranza.
Il got è così finito ai domiciliari, ma successivamente, su istanza dei legali Giuseppe Corleto ed Antonio Malerba, è tornata in libertà.
Per questo episodio risulta indagato anche il cancelliere Donno, in servizio all’epoca dei fatti, presso il Tribunale civile di Lecce. Secondo l’accusa, il 49enne avrebbe in qualche maniera fatto da tramite, tra il perito e il got. In particolare, il cancelliere avrebbe veicolato le richieste della Scarciglia e dopo aver preso appuntamento con il grafologo in Tribunale, gli avrebbe prospettato pretestuosamente, l’insorgere di problemi nel pagamento di una consulenza. E poi, faceva intendere che il fascicolo sarebbe rimasto chiuso nell’armadio, invitandolo a prendere contatti con la Scarciglia (successivamente avvisata dell’incontro).
L’uomo, assistito dagli avvocati Ubaldo Macrì e Carlo Congedo, nei mesi scorsi, è stato sospeso dal servizio.
Le nuove accuse
Secondo le nuove accuse, la Scarciglia, legata sentimentalmente all’imprenditore Serra, proprietario di un complesso immobiliare ad uso ristorante-pizzeria, lo avrebbe favorito in una causa civile. Il giudice, dopo avere accettato la promessa dell’imprenditore, di una compartecipazione ai proventi dell’attività, avrebbe emesso una sentenza benevola. In particolare, nel giugno del 2017, accoglieva la domanda di rilascio del suddetto complesso con condanna al pagamento dei canoni e accessori maturati e mai pagati. Tale sentenza, ritiene il pm, avrebbe però perso efficacia dopo il processo di Appello e veniva sospesa, anche per l’interessamento della stessa Scarciglia.
