Ventitré le persone che hanno perso la vita nello scontro tra due treni che correvano l’uno incontro all’altro, senza saperlo. Più di cinquanta i feriti tra cui il piccolo Samuele che ha compiuto 7anni lo stesso giorno in cui sono stati resi noti i nomi delle vittime riconosciute in una via crucis straziante dalle famiglie che, una volta uscite dall’obitorio del Policlinico di Bari, hanno urlato "Meritiamo giustizia". E in primis per chi ha perso nel disastro ferroviario un padre, un amico, una fidanzata che gli inquirenti della procura di Trani stanno indagando per far luce sullo scontro. Ora, l’ultima “novità” riguarda i registri di una delle due stazioni che sarebbero stati alterati in modo “evidente“.
In altre parole, sarebbe stato modificato con una penna l’orario di transito di uno dei treni che il 12 luglio si è scontrato sul binario unico che corre tra gli ulivi secolari. Anche se gli inquirenti sono convinti che l’errore umano da solo non sia sufficiente a spiegare la tragedia, sono stati avviati gli accertamenti che puntano a capire se uno dei ferrovieri abbia tentato di coprire, manipolando il documento, lo sbaglio di comunicazione, per cui il treno che arrivava da Andria è stato fatto partire nonostante i binari fossero ancora occupati da quello proveniente da Trani. L’alterazione – al momento solo presunta – sarà probabilmente al centro degli interrogatori fissati per lunedì quando i due capistazione indagati proveranno a raccontare la loro verità. Ma sulla questione, come è ovvio, vige il più stretto riserbo.
Qualcosa in quel maledetto martedì di luglio non ha funzionato: uno dei due treni non doveva trovarsi su quella tratta che dal 2013 – quando è stato creato il collegamento con l’aeroporto di Bari-Palese – ha visto aumentare enormemente i volumi di traffico, tanto da essere considerata vitale dai sindaci di tutto il nord Barese. Questo è un dato di fatto, ma l'inchiesta prosegue anche su altri fronti. I magistrati vogliono studiare anche il contratto di concessione tra Regione e Ferrotramviaria, le proroghe dei contratti di servizio che legano da decenni l'ente pubblico alla società privata e il regolamento di esercizio di Ferrotramviaria.
Per adesso, i nomi iscritti nel registro degli indagati sono sei.
