Sesso a pagamento nella ‘casa vacanze’ di un magistrato? Ascoltate con un interprete le due presunte prostitute, ma emergono dubbi sulle veridicità delle dichiarazioni

Oggi, dinanzi al Gip, si è tenuto l’incidente probatorio e alla presenza di un interprete sono state ascoltate due ragazze rumene. Sarebbero, però emerse diverse contraddizioni nella loro ricostruzione dei fatti ed il giudice ha proceduto con l’ascolto ‘all’americana’

 
Dopo il sequestro preventivo, è stata la volta dell'ascolto delle presunte prostitute, ma sono emerse alcune "ombre" sulla veridicità delle loro dichiarazioni. Oggi, dinanzi al gip Vincenzo Brancato, si è tenuto l'incidente probatorio per far luce sul giro di prestazioni sessuali a pagamento, ipotizzato dagli inquirenti, nella casa in affitto di un magistrato.
  
Nei giorni scorsi, il giudice per le indagini preliminari ha accolto l'istanza avanzata dal pubblico ministero Maria Vallefuoco e questa mattina, alla presenza di un interprete, sono state sentite ed è stata così acquisita la loro ricostruzione dei fatti. Le ragazze ascoltate dovevano essere complessivamente tre, ma sono state rintracciate soltanto due di esse. In mattinata, le ragazze sono state ascoltate separatamente. Il giudice, però, nutrendo presumibilmente dei dubbi sull'attendibilità di alcune dichiarazioni, ha disposto un confronto "all'americana" tra le due. Nel pomeriggio, il gip Brancato ha ascoltato le presunte "lucciole" dell'appartamento nel cuore di Lecce, "in contemporanea". Anche in questo secondo ascolto, sarebbero emersi dei dubbi sulla loro reciproca conoscenza. Non solo, anche sui tempi di permanenza nella presunta" casa a luci rosse"  ed infine sul fatto che il magistrato indagato fosse a conoscenza che in quell'appartamento si svolgesse attività di "prostituzione".  

Numerosi i "lati oscuri" della vicenda che, attraverso l'incidente probatorio, il magistrato inquirente intende chiarire.  Anzitutto, verificare anche attraverso l'ascolto delle ragazze, se come ipotizzato dagli investigatori, le persone che frequentavano la “casa vacanze” pubblicizzata su numerosi siti internet, fruivano di prestazioni sessuali a pagamento. Infatti, gli inquirenti ritengono che si sarebbe trattato di un appartamento a luci rosse, nel cuore del centro storico di Lecce, in cui i clienti potevano incontrare le "lucciole".
  
Inoltre, il pm intendeva appurare se, ed eventualmente fino a che punto, la coppia era a conoscenza di ciò che accadeva tra quelle quattro mura. Dalle indagini, emergerebbe che il magistrato si sarebbe prodigato nel prendere le "lucciole" dall’aeroporto di Brindisi o dalla stazione ferroviaria di Lecce; oppure si sarebbe occupato di accompagnarle nell’appartamento, portando loro le valigie. Non solo, sarebbe risultato che il ‘prezzo richiesto alle ragazze per esercitare l’attività di prostituzione, era salatissimo, circa 300/350 euro pe una sola notte. 
  
Ricordiamo che in seguito al sequestro preventivo dell'appartamento risultano indagati a piede libero per favoreggiamento della prostituzione Giuseppe Caracciolo, un magistrato 59enne, esperto in Diritto Tributario ed in servizio presso la Corte di Cassazione di Roma e la sua compagna, una ex poliziotta originaria di Brindisi in pensione.I due indagati sono assistiti dagli avvocati Ladislao Massari, Simona Attolini e dal Professore David Brunelli del Foro di Perugia.
  
Quando gli agenti della squadra mobile hanno fatto irruzione nell'appartamento si sono trovati di fronte una ragazza vestita soltanto con reggiseno e slip che li ha invitati ad entrare. In camera da letto sono stati trovati gli ‘attrezzi del mestiere’: profilattici in quantità, confezioni di lubrificanti, salviette e rotoli di carta assorbente. 
 
I militari hanno potuto appurare la veridicità dei sospetti, grazie alle segnalazioni dei condomini e ad una serie di ‘appostamenti.  Il fatto che i due indagati fossero al corrente del giro di prostituzione, sarebbe, secondo gli inquirenti, dimostrato da alcuni aspetti: innanzitutto il modo in cui era stato diviso l’appartamento. Le stanze del sesso erano separate da quelle in cui viveva la coppia soltanto da una porta interna.  E ancora, all’esterno dell’appartamento o dello stabile non c’era nessuna insegna della ‘casa vacanze, ma in compenso, una telecamera che vigilava l’ingresso dell’appartamento, installata senza l’autorizzazione degli altri condomini.



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