Si finse avvocato, patteggia 2 anni e mezzo per truffa ai danni di un’anziana signora

Il 37enne di Trepuzzi era accusato di aver truffato una sua anziana compaesana, promettendole sotto le false vesti di avvocato e falsificando documenti contabili, un risarcimento danni in sede civile per una trasfusione andata male, quando lei era incinta.

Avrebbe anzitutto raggirato, fingendosi avvocato, un'anziana signora di Trepuzzi, promettendole un risarcimento danni in sede civile e successivamente anche un imprenditore di Calimera; una volta scoperta la prima truffa, con un "effetto domino", sarebbe venuto a galla l'inesistente "titolo" con cui aveva messo a segno entrambi i piani.

Ecco che allora, il difensore del 37enne di Trepuzzi, Angelo Pellegrino, l'avvocato Christian Quarta, ha patteggiato due anni e mezzo di reclusione dinanzi al gip Carlo Cazzella. La pena era stata concordata dal legale del presunto truffatore trepuzzino, con il pubblico ministero Stefania Mininni.

Pellegrino, da tempo oramai a piede libero, era finito ai domiciliari nel settembre 2014 con le accuse di "truffa" e"falsità materiale commessa da privato". Il 37enne di Trepuzzi era stato arrestato, in seguito al raggiro architettato ai danni di un'anziana donna sua compaesana, che si era costituita parte civile, tramite il difensore Angelo Quarta (la donna potrà adesso  intraprendere l’azione risarcitoria in sede civile); dai successivi accertamenti emerse come, Pellegrino adesso organizzato il piano "truffaldino", avvalendosi del falso titolo di avvocato, da cui, l'altro capo di accusa di  "esercizio abusivo della professione".

L'anziana trepuzzina si rivolse a lui, amico di famiglia e "pseudo" avvocato, per ottenere un risarcimento danni in sede civile di 250.000 euro, per una trasfusione di sangue infetto avvenuto nel lontano 1979, in occasione del parto.

Pellegrino, spacciandosi per avvocato, avrebbe falsamente compilato due Durc (documento unico regolarità contributiva) e si sarebbe occupato della gestione di alcune cartelle esattoriali presso Equitalia. Egli consegnò all'ignara cliente, un atto di citazione datato 4 marzo 2007, munito di timbro con la data del 7 agosto 2012 e la firma del giudice Caterina Molfino (dalle indagini, risulterà inesistente); Pellegrino riferì alla sua compaesana che la domanda era stata accolta, con il riconoscimento di un risarcimento di 30mila euro. Il falso avvocato, però, portò ancor più avanti il proprio ingegnoso piano, riferendole di aver impugnato la sentenza in sede civile,poiché la riteneva troppo bassa ed aveva alla fine ottenuto, il riconoscimento di 250mila euro. Come dimostrare, a questo punto, che l'impugnazione era andata a buon fine?

Pellegrino avrebbe "confezionato" un assegno di 285mila euro con l'intestazione della Banca Popolare Pugliese; una fantomatica a ricevuta di versamento di cinquemila euro,  a mo' di cauzione,  su carta intestata del Ministero della Giustizia – Comando Legione Carabinieri di Roma; infine, vari assegni di diverso importo con il logo della Banca d’Italia. Per completare il piano "diabolico", Pellegrino avrebbe anche inviato un messaggio di "ricontatto" sul numero di telefono della donna, invitandola richiamare con urgenza sul numero di telefono indicato; qualificandosi come funzionario della Banca d’Italia, la autorizzava a ritirare gli assegni a lei intestati presso la filiale di Lecce.

Pellegrino, però tirò ancor di più la corda, poiché riferì all'anziana donna che per "sbloccare" definitivamente i pagamenti, serviva dell'altro denaro.

La signora, a questo punto, si rese conto di essere stata presa in giro, denunciò l' "amico" di famiglia, consentendo di smascherare il falso avvocato. Pellegrino venne arrestato e dai successivi accertamenti emerse, anzitutto, che non aveva mai conseguito alcun titolo di avvocato, ma anche che, non si trattava di un caso isolato; il 37enne trepuzzino avrebbe confezionato una truffa simile anche ai danni di un imprenditore, che però non si è costituito parte civile.



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