Sindaco, consiglieri e dirigente del Comune di Melissano sotto processo per falso ideologico

Il Gup Vincenzo Brancato ha rinviato a giudizio nove esponenti della giunta ed un dirigente. Il reato contestato a tutti gli imputati è ‘falso ideologico’, poiché secondo l’accusa, nella rendicontazione del 2011, essi avrebbero attestato in un atto pubblico fatti non veritieri.

Dovranno comparire dinanzi ai giudici della prima sezione penale in data 27 ottobre, per l'inizio del processo a loro carico, alcuni esponenti della Giunta del Comune di Melissano, tra cui il sindaco. Nell'udienza preliminare odierna, il Gup Vincenzo Brancato ha rinviato a giudizio il primo cittadino Roberto Falconieri; il vicesindaco Giovanni Caputo; gli assessori Cosimo Marino, Antonello Endemione e Giuseppe Macrì, i consiglieri di maggioranza Antonio Rimo e Stefano Falconieri (difesi dall'avvocato Massimo Fasano); l'altro consigliere di maggioranza Luigi Marino, difensore Franco Spennato e il responsabile del settore finanziario Daniele Scarlino, avvocato Angelo Vantaggiato.

Gli inquirenti, nel corso delle indagini preliminari avevano analizzato numerosi documenti contabili, tra cui i residui attivi e passivi dell'ente, il rendiconto del 2011, il conto consuntivo e la modifica al consuntivo dello stesso anno. 

Il reato contestato alle nove persone coinvolte nell'inchiesta è il "falso ideologico commesso da pubblico ufficiale ", poiché secondo l’accusa rappresentata dal Pubblico Ministero Giovanni Gagliotta, il dirigente del settore Finanza Daniele Scarlino avrebbe predisposto atti relativi al bilancio del 2011 contrari ai principi di veridicità, correttezza e competenza. Nell'esercizio finanziario 2011, sarebbero stati indicati impegni di spesa riferibili ad esercizi precedenti (130mila euro) e sarebbero state omesse spese certe per 83mila euro. Inoltre, 143mila euro sarebbero stati "giustificati"alla voce investimenti, anziché a spese correnti. Secondo l'accusa, dunque, nella rendicontazione del 2011, tutti gli imputati avrebbero "attestato in un atto pubblico fatti non veritieri", per scongiurare lo scioglimento del consiglio comunale.

Nel marzo del 2014, difatti, fu disposta la chiusura delle indagini preliminari e dieci persone furono iscritte nel registro degli indagati. L'inchiesta giudiziaria creò un vero "caso politico" nel piccolo comune del basso Salento, a tal punto che il consigliere comunale Michele Parata di "Progetto Melissano" chiese le dimissioni del Sindaco e dell'intera giunta. La Corte dei Conti, inoltre, per ben due volte si era pronunciata sullo stato di dissesto del Comune (il secondo dissesto in appena 20 anni) e gli esponenti di Progetto Melissano avevano evidenziato questo problema, approfondendo i verbali del Revisore dei Conti, rimanendo però, secondo loro, inascoltati.

Adesso saranno i giudici, nell'ambito del processo di primo grado a chiarire meglio la vicenda sotto l'aspetto giudiziario.



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