Spedizione punitiva contro un presunto stalker di Lizzanello: assolti i due imputati

Assolti per insufficienza di prove due giovani di Arnesano, Anna Chiara Pastore e Andrea Bursomanno, accusati di aver partecipato ad un agguato per infliggere una lezione al 39 enne di Lizzanello che avrebbe importunato la ragazza con telefonate continue.

Si conclude con l'assoluzione, il processo a carico di due giovani di Arnesano, accusati di aver partecipato all'aggressione di un 39enne di Lizzanello. Il Got (giudice onorario di tribunale) Alida Accogli ha assolto "per insufficenza di prove", Anna Chiara Pastore, 30enne ed il compagno Andrea Bursomanno, di 29 anni, difesi dagli avvocati Luca Puce e Paola Scarcia. Secondo il titolare dell'inchiesta, il sostituto procuratore Carmen Ruggiero, i due avrebbero partecipato ad "un agguato" per infliggere una sonora lezione al lizzanellese A.B., poiché la importunava con telefonate continue.
 
I due giovani erano finiti sotto processo con l’accusa di lesioni aggravate in concorso assieme ad Ivan Bursomanno, il 39enne leccese considerato l'autore materiale del pestaggio avvenuto con un bastone di legno (l’uomo ha già patteggiato la pena di 4 mesi, dinanzi al Gup).
 
Nell'udienza di oggi, il 39enne di Lizzanello A.B. che aveva denunciato l'accaduto ha dichiarato di "riconoscere" in Anna Chiara Pastore, 30enne ed il compagno Andrea Bursomanno, di 29 anni, le due persone che avrebbero partecipato all'aggressione, assieme ad Ivan Bursomanno. La testimonianza del denunciante è stata però "smontata" in fase processuale dall'avvocato Luca Puce, difensore dei due giovani di Arnesano, poiché in fase d'indagine preliminari, A.B. non era stato in grado di riconoscerli e soltanto oggi ha cercato di "sanare" quella lacuna. Anche il VPO (vice procuratore aggiunto), presente oggi in aula, aveva chiesto, così come gli avvocati dei due imputati, l'assoluzione.
 
Effettivamente, durante le indagini condotte dagli agenti della squadra mobile di Lecce, erano emerse differenti versioni della vicenda. L’indagata, a suo dire, per circa un mese sarebbe stata molestata con telefonate continue; d’accordo con il compagno ed il cognato, decise di accettare l’invito da parte del presunto molestatore per potere chiarire la situazione. Così la Pastore decise di raggiungere il luogo pattuito, ossia l’abitazione di A.B., ma sul posto si presentarono, a bordo di una seconda auto, anche il compagno ed il fratello di Bursomanno. Con il 39enne scaturì subito un forte litigio sfociato nel sangue.
 
L’aggredito, trovato vestito solo con un paio di boxer e completamente ricoperto di sangue, fu poi accompagnato in ospedale dove i medici gli diagnosticarono ferite, giudicate guaribili in una decina di giorni. Fu lo stesso A.B. a denunciare l’accaduto fornendo, però, almeno sulle cause dell’aggressione un movente differente, rispetto a quanto dichiarato dalla Pastore. L’uomo dichiarò agli inquirenti che da circa un mese, era nata con la giovane arnesanese una corrispondenza tramite messaggi, basata semplicemente sulla conoscenza reciproca o su scambi di opinioni sulla loro attività lavorativa. "Carla di Arnesano" così come si firmava negli sms, avrebbe dato appuntamento all’uomo nei pressi dell’abitazione, sulla strada provinciale Lizzanello-Lecce, per un incontro. All’orario concordato, sarebbe sopraggiunta, dapprima una Golf guidata da una donna e subito dopo un’altra autovettura con a bordo tre persone. Due di questi scesero dalla macchina e dopo aver minacciato il 39enne lo colpirono a bastonate e con calci e pugni. Questa versione è stata però ritenuta "confusionaria" dal giudice che ha assolto i due presunti aggressori.



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