Mentre continuano i contenziosi amministrativi e l'Anas revoca in "autotutela" il bando di gara per il raddoppio della 275 Maglie-Leuca, c'è anche il nodo cruciale delle discariche da sciogliere. Il progetto così concepito rischia di non essere realizzato, considerando che il tracciato passa attraverso due discariche.
Il procuratore aggiunto, Elsa Valeria Mignone vuole vederci chiaro su questa delicata questione ambientale sulle modalità con cui è stata affrontata dai vari attori territoriali, la presenza di rifiuti sotto il percorso stradale.
Nel registro degli indagati sono state iscritte nove persone tra cui i legali rappresentanti di due discariche; ex sindaci e un imprenditore. Rispondono dell'ipotesi accusatoria di gestione di discarica abusiva ed omessa bonifica. Occorre ricordare che l'iscrizione è soltanto un "atto dovuto" ed i reati potrebbero risultare già prescritti.
L'esistenza di due discariche è accertata lungo il percorso di allargamento della Maglie Leuca. La prima è localizzata in contrada Matine, nei pressi di Alessano, (un’area di circa 6.400 metri quadri sottoposta a sequestro), dove al momento dei lavori furono rinvenute sostanze pericolose e scarti di lavorazione industriale. L'altra discarica, invece, è situata nel territorio di Tricase. Gli inquirenti vogliono capire se sono stati fatti interventi di bonifica nelle due aree "incriminate" e, già nei giorni scorsi, il procuratore aggiunto Mignone ha inviato tre solleciti alle istituzioni (Regione Puglia e Comuni interessati dal progetto) a dare delle risposte. Inoltre, la Procura vuole capire se le persone coinvolte nell'inchiesta si attivarono, in qualche modo, preso atto dell'esistenza delle discariche che furono chiuse nel lontano 1995. Infine, vi erano finanziamenti comunitari o regionali che permettevano di effettuare operazioni di bonifica sull'area?
Ad ogni modo, il nodo delle discariche s'intreccia, come detto, con l'inchiesta principale chiusa nei giorni scorsi. Quella sull'affidamento dei lavori ad una ditta, relativo al raddoppio della 275 Maglie-Leuca e ritenuti in odor di truffa. I protagonisti della vicenda sarebbero stati al corrente della difficoltà a realizzare il "raddoppio" della statale, proprio a causa della presenza delle discariche, chiuse oltre vent'anni fa. La dr.ssa Elsa Valeria Mignone ha notificato l'avviso di conclusione a quattro persone. Si tratta di: Rosa Palma, 68enne leccese, legale rappresentante della Prosal (dall'ottobre del 1990); Paola Tana 49enne di Lecce, direttore generale dell'Asi (ora Sisri) dal 2008 al 2011; Antonio Fitto, 60 anni, ex sindaco di Maglie; Carmine Caputo 55 anni di Galatone, ex assessore comunale al bilancio. Entrambi sono stati componenti del consiglio amministrazione Asi , da settembre 2007 a giugno 2011.
Rosa Palma risponde del reato di tentata truffa e di truffa consumata in concorso, gli altri tre indagati, solamente di truffa consumata in concorso. Nello specifico, la Procura leccese ha puntato il dito sulla progettazione affidata alla Prosal e avvenuta senza passare attraverso un bando di gara pubblico, nel 1994. Il conferimento dei lavori alla ditta in questione sarebbe avvenuto grazie al consorzio Sisri, (oggi Asi). I fatti risalgono al 27 dicembre di 22 anni fa e le indagini, condotte dai finanzieri della Tenenza di Maglie, avrebbero accertato delle cifre "gonfiate" relative al compenso ricevuto dal progettista del raddoppio. La somma non "dovuta" corrisponderebbe, secondo l'accusa a circa 600mila euro.In base all’apposita convenzione stipulata tra i due partner, la cifra non avrebbe dovuto superare l’1,5 % dell’importo dei lavori previsti nel progetto definitivo.
La Procura leccese ha, inoltre, fatto luce su di un compenso corrisposto da Anas nel 2011 alla Prosal. L'accordo in questione riguarderebbe un rimborso spese per attività cartografiche ed indagini geognostiche e ambientali, il cui importo sarebbe stato omnicomprensivo di Iva. La truffa non sarebbe però stata effettivamente consumata.
Ad ogni modo, trattandosi di fatti risalenti a ben 22 anni fa, l’inchiesta potrebbe concludersi con una richiesta di archiviazione. Ricordiamo che intanto continuano le indagini dell’Anac (Autorità Nazionale Anticorruzione) presieduta dal magistrato in aspettativa Raffaele Cantone), sull’assegnazione dell’appalto della 275.
