Le ripetute minacce e gli atti persecutori nei confronti dell'ex convivente costano care ad un detenuto leccese. Il giudice Sergio Tosi della prima sezione penale in composizione monocratica, ha condannato il 45enne G. S. ad 1 anno ed 8 mesi per stalking ed un risarcimento di 10.000 euro, riconoscendo la circostanza aggravante dell' "interruzione di relazione affettiva con la persona offesa", escludendo quella di aver commesso il fatto " in danno di un minore di anni 18". Inoltre il giudice ha confermato la recidiva infraquinquennale e reiterata e ha concesso all'imputato il beneficio degli arresti domiciliari, presso il dominio dell'attuale nuova compagna.
Il vpo d'udienza aveva invocato per l'uomo 2 anni di carcere, anch'egli con l'esclusione dell'aggravante del danno verso la figlia minorenne. Il difensore di G.S. l'avvocato Paolo Cantelmo aveva, invece, chiesto l'assoluzione per l'insussistenza del reato ed in subordine il minimo della pena per la derubricazione dei reati minori, come quelli di minacce ed ingiurie. L'ex compagna del 45enne si è costituita parte civile con l'avvocato Roberto Pascariello, il quale si è allineato alle richieste del vice-procuratore onorario.
Il gip Alcide Maritati dispose nei confronti di G.S. il giudizio immediato, dopo l'istanza avanzata nel giugno scorso dal pubblico ministero Massimiliano Carducci. Le condotte persecutorie di G.S. cominciarono, secondo l'accusa, nel febbraio 2013 quando l'uomo inviò una prima missiva nei confronti della ex, contenente la frase "goditi la vita", corredata però dalla presenza di tre proiettili. Altre lettere minatorie furono spedite da G.S. alcuni mesi dopo. In una di esse, intimava alla convivente di un tempo, di portare i figli ai colloqui in carcere, dove egli era detenuto per altra causa, altrimenti gliel' avrebbe fatta pagare cara; in altre le rivolgeva minacce di morte.
Le missive si sarebbero fatte sempre più aspre e accompagnate da crescenti insulti e avvertimenti. In quella dell'aprile 2015, quando era detenuto ai domiciliari nella stessa palazzina di Lecce, in cui abitava la ex. G. S. avrebbe cominciato a minacciare anche le due figlie ( in particolare la più piccola di appena 14 anni), affermando : "se vengo lì, vi butto dal balcone" oppure "Dì a tua madre di guardarsi sempre alle spalle, perché io sono capace di uscire anche se c'ho il braccialetto". Inoltre, in un messaggio comparso su Facebook nel giorno del compleanno della ragazzina, avrebbe minacciato di recarsi da lei per picchiarla.
Ricordiamo che G.S. dopo tre anni di carcere, ottenne gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto, nel novembre dello scorso anno in sede di Riesame, su richiesta del suo legale, l'avvocato Cantelmo. Il 45enne fu condannato in primo grado con il rito abbreviato a 12 anni di reclusione; rispondeva delle accuse di associazione a delinquere, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio, nell'ambito del processo “Augusta”. La pena venne ridotta in Appello a sette anni di reclusione.
