Far West nel piazzale della Stazione. Se ne può parlare senza che si offendano Salvini e Salvemini?

Il gravissimo episodio accaduto, ieri sera, in Via Oronzo Quarta alimenta la polemica tra chi vorrebbe tolleranza zero nei confronti degli extracomunitari e chi non sopporta che venga tirata in ballo l’amministrazione comunale.

La situazione dell’ordine pubblico attorno alla stazione di Lecce, nel piazzale come nelle vie limitrofe, è ad un punto di non ritorno. La rissa di ieri sera lo ha certificato anche se di testimonianze ulteriori non ce ne sarebbe stato bisogno.

Ma a Lecce ci sono cose che sembra non si possano dire. Se dici che quel pezzo di città è ingestito e ingestibile, ecco che saltano fuori i fan del sindaco Salvemini: ‘Parlate ora solo per mettere in difficoltà il nostro primo cittadino mentre prima tacevate ed eravate complici di Perrone e dei suoi’. Falso, ovviamente!

Che la situazione intorno alla Stazione sia complicatissima lo diciamo da anni e portiamo a testimonianza le tante dichiarazioni di nostri lettori che ci raccontano episodi quotidiani al limite della vivibilità e della sostenibilità sociale. Gruppi di extracomunitari che in preda ai fumi dell’alcol si lasciano andare ad ogni sconcio ai danni dei residenti per i quali la vita è impossibile dal calar del sole in poi. Chiedete a chi abita in Via Don Bosco, chiedete…

Ma a Lecce ci sono cose che non si possono dire. Se parli di extracomunitari vieni subito additato al pubblico ludibrio: ‘Siete razzisti e non parlate mai degli italiani che delinquono. Non stavate aspettando altro che dare una mano a Salvini nel giorno del suo Decreto’. Falso anche questo: un giornale dà notizia di ciò che accade sempre e comunque, a prescindere dalla nazionalità di chi compie i gesti insani.

Cosa cambia? Forse che non avremmo parlato di una rissa così feroce se i protagonisti fossero stati gentiluomini salentini? E poi in quel quartiere, quante volte abbiamo raccontato storie di ordinaria invivibilità collegate alla prostituzione italica e non, extra o intra-comunitaria che batte sui marciapiedi di Via Martiri d’Otranto per sfociare in Piazza Oronzo Quarta?

Possibile che non si possano mai chiamare le cose con il loro nome?

La Piazza della Stazione è una piazza pericolosa. Lo sa bene chi ha un caro che torna in treno in orari in cui la luce del sole si affievolisce. Lo si può dire? Lo si deve dire!

E la situazione è così grave che uno dei primi gesti pubblici compiuti dal sindaco Salvemini è stato proprio quello di presentarsi nella zona e di parlare della necessità di un poliziotto di quartiere. Ora, a distanza di due anni dal suo insediamento, possiamo aspettarci qualcosa di più, qualche intervento ulteriore in quello spicchio di città? Possiamo chiedere alla sua maggioranza di incalzare la Giunta?

Fino ad ora l’unica cronaca politica che interessa sembra essere quella del rammendo – sempre più spesso peggiore del buco – dopo la vicenda tragicomica dell’anatra zoppa che sta di fatto regalando un governo civico molto al di sotto delle aspettative per il ricatto di questo o di quel gruppo consiliare. Chissà che la vicenda legata alle Case Popolari che ha inginocchiato l’opposizione non rassereni il clima da continua lotta dei coltelli e porti un po’ di stabilità e di programmazione… Magari adesso di elezioni non si parlerà più. Adesso che non conviene, la spina non verrà staccata. Adesso ‘i ballerini’ staranno fermi, non si muoveranno e tutto sarà un po’ più stabile e duraturo…

Del resto chiedere qualcosa all’opposizione non avrebbe senso perché l’opposizione a Palazzo Carafa, bontà sua, non esiste più.

Ma non è possibile che nel piazzale in cui si affacciano importanti uffici della Questura di Lecce, in quel piazzale che dovrebbe essere il biglietto da visita per chi arriva in città con il treno si consumino vergognose scene da far west con noi che dovremmo anche stare zitti per non passare come detrattori di Salvemini e osannatori di Salvini. Cose da pazzi.



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