Storie diverse, ma stesso finale: i provvedimenti restrittivi eseguiti dai carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di Casarano hanno dato esecuzione a tre distinti provvedimenti restrittivi emessi dall’Autorità Giudiziaria nei confronti di un 37enne senegalese, un 33enne marocchino e un 35enne di Ruffano, finito a Borgo San Nicola.

Tre storie diverse che hanno avuto lo stesso epilogo. Negli scorsi giorni, infatti, i Carabinieri della Compagnia di Casarano hanno bussato alla porta di un senegalese, un marocchino e un ruffanese per dare esecuzione a tre diversi provvedimenti restrittivi, emessi nei loro confronti dall’Autorità Giudiziaria.
  
Ma andiamo con ordine. A Parabita, gli uomini in divisa hanno notificato un’ordinanza applicativa della misura alternativa della detenzione domiciliare a Khadim Sylla, 37enne di origine senegalese. Rigettata l’istanza di affidamento in prova ai servizi sociali, lo straniero è stato ‘accompagnato’ presso la sua abitazione, dove dovrà scontare una pena residua di 6 mesi di reclusione. Il provvedimento emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma è conseguente alle diverse vicende penali che l’hanno visto coinvolto nel 2011. In particolare, al 37enne senegalese sono contestate innumerevoli “condotte illecite” che vanno dalla ricettazione alla violazione della legge speciale sul diritto d’autore.
  
A Matino, invece, i carabinieri hanno notificato un’ordinanza di esecuzione pena in regime di detenzione domiciliare a Abderrahim Kabouchia, marocchino classe 1983. Il 33enne dovrà scontare la restante condanna di un anno e due mesi di reclusione e il pagamento di una multa da 12mila euro. L’accusa, in questo caso, è di “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”  per alcuni reati commessi a Cursi nel lontano 2010.
 
L’ultimo provvedimento è stato notificato a Ruffano, dove i Carabinieri hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale Presso la Corte di Appello di Lecce nei confronti di Vito William Gravante, 35enne del posto. Per lui, si sono aperte le porte della casa Circondariale di Lecce, dove dovrà scontare 5 anni e 2 mesi di detenzione. La sentenza divenuta definitiva a seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso di Cassazione contesta l’appartenenza ad un’“associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”, operante tra Ruffano e Comuni limitrofi nel periodo  2011- 2012.



In questo articolo: